ASTI – «Per me è un mistero capire come mai nostro Signore, tra tanti, per tramite di Papa Francesco ha scelto proprio me per portare tra di voi la sua parola. Io sarò il vostro servo. Cercherò di esserlo in modo fedele e generoso, sperando che voi siate padroni benevoli e misericordiosi». Così, con dichiarazioni improntate all’umiltà, totalmente coerenti con il suo percorso di Fede che l’ha portato ad operare per quasi 12 anni in Missioni in Kenya, monsignor Marco Prastaro, neo vescovo di Asti, si è presentato ai fedeli in una Cattedrale particolarmente gremita.
Leggendo un discorso che si era preparato («Altrimenti ci metterei molto più della mezz’ora che già ci impiegherò così», ha scherzosamente commentato, facendo subito sfoggio dell’ironia riconosciutagli poco prima dal suo mentore, mons. Pante), mons. Prastaro ha voluto subito rimarcare la vicinanza al suo predecessore mons. Ravinale («Sono contento che rimarrai ad Asti – gli ha detto – così, se avrò qualche dubbio, potrò subito rivolgermi a te»), applauditissimo dai fedeli, e non ha mancato di rivolgersi ai giovani («Voi non siete il futuro – ha affermato – Siete il presente del mondo e della Chiesa, perciò abbiamo tanto bisogno di voi»).
Non sono mancati momenti di commozione, come quando, nel ringraziare la sua numerosa famiglia (la mamma Lilliana, le sorelle Laura, Anna e Maria, i cognati, i molti nipoti e i cugini, tra cui venuta apposta da Shangai, dove vive), ha ricordato il padre scomparso e i dolori vissuti: «Ma ora dobbiamo essere felici per questa giornata di festa». Infine ha concluso il suo intervento con un’esortazione ai fedeli: «Nessuno si senta stretto o fuori posto nel mio cuore. Pregate per me».