ASTI – Assumere personale infermieristico in tempi repentini per colmare le sopraggiunte carenze d’organico e far fronte ad un’eventuale e ulteriore fase emergenziale causata dal covid-19. E’ questo il grido d’allarme lanciato da NurSind Asti, il sindacato delle professioni infermieristiche, che con una lettera indirizzata alla Direzione dell’Asl-At ha chiesto l’immediata assunzione di infermieri.
“Nel rispetto del D.L n.44 del 1 aprile 2021, infatti, l’Asl ha provveduto tramite delibera a sospendere i primi 10 sanitari (di questi 6 sono infermieri) che hanno scelto di non sottoporsi al vaccino anti-covid. Nello stesso periodo, altri 5 infermieri hanno deciso di interrompere in modo volontario il proprio rapporto di lavoro, da valutare ancora i pensionamenti che comunque andranno a incidere in modo importante sul numero delle assenze, e ora è arrivata la notizia della riapertura del Ppi di Nizza Monferrato”.
“Se si riaprono strutture ospedaliere e il personale cala in termici numerici, è evidente che il rischio immediato è quello di non poter più garantire un’assistenza adeguata all’utenza, ma anche il benessere e salute degli stessi infermieri”.
“Il nostro intento è quello di tutelare gli esercenti la professione infermieristica e l’utenza attraverso una puntuale erogazione dei servizi sanitari e proprio per questo – afferma Gabriele Montana, segretario di NurSind Asti – ci chiediamo come mai (viste la sofferenza d’organico creatasi in seguito a sospensioni e cessazioni a vario titolo facilmente preventivabili) l’Asl di Asti non si è mossa in anticipo per evitare questa situazione? Come mai non si è scelto di chiamare e assumere (soprattutto dopo la decisone di riaprire il Ppi di Nizza Monferrato) tutti gli infermieri disponibili al contratto di lavoro della vigente graduatoria concorsuale tempo determinato 36 mesi? Se non vi saranno nuovi e repentini ingressi di personale, quindi – prosegue Montana – vogliamo chiedere all’Asl di Asti come sarà possibile proseguire l’attività in questo mese garantendo l’assistenza all’utenza e la salute e il benessere del personale? Tutto questo senza pensare poi al possibile rischio e alla probabilità di una quarta ondata di coronavirus a ottobre che, in queste condizioni, metterebbe ancora una volta in ginocchio la nostra Sanità”.
E’ di pochi giorni fa la decisione dell’Asl-At di non voler riconvocare un tavolo secondo i termini richiesti per revisionare l’accordo del 29 luglio scorso e chiarire in modo inequivocabile l’interpretazione di alcuni punti e modificarne altri. Per questo motivo NurSind Asti, con una lettera indirizzata ai vertici dell’Asl-At, ha deciso di ritirare la firma dall’accordo.
Secondo quanto appreso, infatti, i “salti di riposo” derivanti dalle prime sospensioni di infermieri e personale sanitario non vaccinati al covid-19 non risulteranno più remunerati come disagio e i turni “scoperti” verrebbero assegnati d’ufficio senza chiedere la disponibilità ai lavoratori interessati, andando così a ledere il diritto di poter programmare il proprio tempo libero come stabilito dalla Cassazione Sezione Lavoro. Nursind segnala altri importanti disagi legati al mancato pagamento a partire dal mese di giugno 2021 della “integrazione di chiamata in pronta disponibilità”.
“Chiediamo alla direzione dell’Asl-At – afferma Gabriele Montana – di rivedere immediatamente la propria posizione rispetto alla riapertura del tavolo richiesto da NurSind Asti e di assicurare ai lavoratori l’integrazione di chiamata in pronta disponibilità prevista dall’accordo integrativo con la prossima busta paga. Ci auspichiamo che le nostre richieste vengano accolte, in modo da non andare a penalizzare fortemente il personale infermieristico (il provvedimento interessa oltre 800 unità) che riteniamo, invece, debba essere ulteriormente valorizzato. Chiediamo alla direzione dell’Azienda di avere senso di responsabilità: ricordiamoci che negli ultimi anni legati al covid sono stati proprio gli infermieri e tutto il personale sanitario a non far collassare il sistema Sanità portato allo stremo. L’auspicio è che le nostre richieste vengano ascoltate e accolte il prima possibile, in caso contrario e in assenza di risposte – conclude il segretario territoriale del NurSind – ci vedremo costretti a intraprendere tutte le forme di lotta e di protesta ritenute opportune dal legislatore”.