In questo mese di febbraio sono circa 23.810 i contratti programmati dalle aziende piemontesi, 2.100 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e pari a un -8,1%. Nel 40% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 37% a gennaio 2019), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 60% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Si rimarca inoltre che complessivamente nel trimestre febbraio-aprile 2020 le entrate stimate raggiungeranno le 67.420 unità, circa 9mila in meno rispetto a quanto previsto nello stesso periodo del 2019. Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
Nel dettaglio, delle 23.810 entrate previste in Piemonte nel mese di febbraio 2020, il 16% è costituito da laureati (in crescita rispetto al 18% di gennaio 2019) e il 34% da diplomati; le qualifiche professionali rappresentato il 32%, mentre il 19% è riservato alla scuola dell’obbligo. La maggior parte troverà posto in aziende di servizi, che di fatto forma la fetta più consistente della domanda di lavoro (69%, con una lieve crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), in particolare il commercio, il turismo e i servizi alle persone. Il comparto manifatturiero genera il 23% della domanda di febbraio 2020, con un calo di 1.510 unità rispetto all’anno scorso. In diminuzione anche le entrate programmate dalle imprese delle costruzioni, che passano da 1.830 di febbraio 2019 a 1.760.
Il 21% delle entrate previste per febbraio 2020 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale pari al 20% e analoga a quanto previsto nel febbraio 2019 a livello regionale (21%). Il 31% sarà invece costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 37% riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei servizi e l’11% professioni non qualificate.
Si sottolinea infine come il 2020 prosegua all’insegna di una più elevata difficoltà di reperimento del personale. In 30 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Le professioni più difficili da trovare sono gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, le professioni specifiche nei servizi di sicurezza, vigilanza e custodia e gli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta.
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