“Il lavoro astigiano nel Novecento”: inaugurata la mostra all’Istituto Artom

Allestita nei locali del Museo Industriamoci e visitabile fino al 31 maggio
Il prof. Raviola, la prof.ssa Doano e il dirigente Calcagno. Foto C.L.

ASTI – In occasione della Festa del Lavoro, al Museo Industriamoci dell’Istituto Artom di via Romita è stata allestita la mostra intitolata “Il lavoro astigiano nel Novecento”. L’esposizione, inaugurata stamattina 10 maggio e visitabile sino al 31 maggio, offre un’occasione per immergersi nella storia del lavoro e del territorio astigiano, celebrando le fondamenta su cui si è costruita la nostra comunità. Attraverso documenti, fotografie e testimonianze, è possibile esplorare il passato industriale di Asti e onorare coloro che hanno contribuito a plasmarlo.

Il dirigente scolastico Franco Calcagno ha detto: “Questa mostra consente riflessioni sul passato per comprendere meglio il presente con uno sguardo al futuro. Il nostro Istituto nasce più di 65 anni fa, grazie alla lungimiranza di alcuni imprenditori che hanno saputo cogliere l’importanza crescente della formazione per i giovani. La scuola Tecnica vede i suoi primi iscritti nel 1958 e con l’aiuto di realtà locali riesce a sviluppare un percorso prima orientato all’ambito meccanico (oggi meccatronico) e poi elettrotecnico, informatico e chimico. Le aziende del territorio, e non solo, hanno assunto migliaia di studenti provenienti dall’Artom, creando una simbiosi molto forte. La nostra scuola sente di dover restituire in parte questa vicinanza, celebrando con attenzione e rispetto il lavoro fatto in questi decenni. La mostra offre l’opportunità di riconoscere i sacrifici e gli sforzi che i lavoratori compiono ogni giorno per il bene delle generazioni future”.

L’esposizione è allestita in un locale che in passato era una falegnameria della scuola, dismessa come l’ex saldatura. Un locale dunque recuperato e trasformato in una sorta di museo-tributo al lavoro del territorio. Nella prima sala si trovano monitor e macchine informatiche del secolo scorso, tra cui l’Olivetti P101, primo personal computer della storia (del 1964, 60 kg di peso).

Foto C.L.

Qui viene anche proiettato un video che racconta tutto il lavoro svolto nell’ambito di un progetto seguito dagli studenti sulla “Bellezza”. Referente è il prof Pino Pampararo, che spiega: “Abbiamo svolto un’accurata ricerca della bellezza nelle cose dell’uomo. Siamo partiti dalle botteghe medievali, siamo passati agli artisti rinascimentali e in seguito abbiamo cercato anche la bellezza nella matematica per poi arrivare alla rivoluzione industriale, ai quadri degli impressionisti, fino al pensiero di Olivetti. Abbiamo studiato altre figure del Novecento come Renzo Piano, Pastrone come pioniere dell’industria cinematografica, Luisa Spagnoli come donna imprenditrice e Enzo Ferrari”.

Foto C.L.

La mostra prosegue con vari box, ognuno dedicato a un’azienda o a un’attività economico-aziendale del territorio, con oggetti, documenti e testimonianze fotografiche.  

La prof.ssa Daniela Doano e il prof. Paolo Raviola hanno reperito da un collezionista tutta la documentazione fotografica e cartacea allestita in mostra.

Nei vari box si trovano, tra gli altri, oggetti e documenti della Saclà, della Morando, dell’Antica Vetreria Astigiana, della distilleria Cocchi.

Foto C.L.

Particolarmente ricca la zona dedicata alla Way Assauto, di cui si ripercorre la storia e si mostrano tante immagini, cartoline in cui si vedono le tante donne che lavoravano nello stabilimento, la conversione a fabbrica bellica durante la prima guerra mondiale. I macchinari, la suddivisione delle produzioni e anche fatture dell’epoca.

C’è anche una zona dedicata alla ditta Gerbi, legata alle prime manifestazioni sportive nell’Astigiano. Interessante, infine, poter vedere e leggere le pagelle scolastiche del primo Novecento delle scuole dell’Astigiano e del Torinese, e le pagelle del periodo fascista.  

La mostra è visitabile dalla cittadinanza e dalle altre scuole fino al 31 maggio.

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