L’ingresso di Pecetto di Valenza porta a 72 i comuni associati al Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato, mentre altre adesioni potrebbero arrivare presto: lo ha annunciato il presidente Gianluca Forno nell’assemblea, ospitata in Provincia, che ha visto anche la presenza di numerosi soci privati (complessivamente una trentina quelli iscritti all’Associazione).
Nel primo incontro pubblico dopo la nomina del nuovo consiglio di amministrazione avvenuta poco meno di un anno fa, in un tempo ancora segnato dalle limitazioni della pandemia, Forno ha esposto il programma che il vertice del Distretto intende attuare con gli obiettivi ritenuti prioritarie e “dopo una ricognizione sulle buone semine operate negli anni precedenti”.
“Vogliamo aumentare ancora i soci pubblici e privati – ha spiegato – attraverso un’operazione identitaria, che metta al centro la valorizzazione della paleontologia dei nostri territori, capace di raccogliere adesioni sempre più motivate. Non distribuiremo contributi a pioggia, ma sosterremo i Comuni che promuoveranno eventi qualificanti per far conoscere il patrimonio fossilifero“.
Il presidente ha poi ricordato che “la candidatura Unesco, di cui è soggetto istituzionalmente deputato il Parco Paleontologico Astigiano, costituisce uno dei temi prioritari per il Distretto, che collaborerà al raggiungimento dell’obiettivo. “Partiamo – ha indicato Forno – dall’elenco dei geositi frutto del censimento compiuto ormai parecchio tempo fa dall’Università di Torino: invito i sindaci a una ricognizione puntuale dei luoghi segnalati e a far pervenire eventuali osservazioni e integrazioni”.
Sono poco meno di sessanta i geositi paleontologici, geomorfologici e idrogeologici oggetto di verifica, per la loro attuale fruibilità e visibilità, situati nell’Astigiano e Monferrato. Sull’articolato iter che dovrà portare a comporre il dossier di candidatura Unesco ha parlato Livio Negro, presidente del Parco Paleontologico e consigliere del Distretto, che ha tra l’altro illustrato le azioni preliminari e imprescindibili da attuare entro il 2023 (alcune già realizzate, come il recente Paleodays ospitato ad Asti) per poi rimettersi al giudizio degli esperti. Anche se il lavoro sarà complesso, si parte con un certo ottimismo: “Il 70 per cento delle candidature Unesco – ha detto Negro – riguarda parti di territorio visibile, mentre il resto, come i fossili e i tartufi, sta sotto: e questo particolare è un elemento che attribuirebbe valore alla nostra proposta”.
I lavori dell’Assemblea hanno anche riguardato l’approvazione dei bilanci consuntivi 2019, 2020, 2021 e del preventivo 2022 (pareggia su 82.980 euro). Esposte alcune buone pratiche realizzate dall’Associazione Davide Lajolo e da Astesana Strade del Vino.
Una copia del libro “Fossili e Territori”, promosso dal Distretto con Società Paleontologica Italiana e Casa editrice Araba Fenice, è stata consegnata ai soci: numerosi i Comuni che hanno collaborato al volume scritto da Laura Nosenzo e disponibile da qualche giorno in libreria prima di essere presentato ad Asti e nei luoghi in cui sono stati scoperti gli esemplari preistorici.