Il 23 e 24 marzo la 32ª edizione delle “Giornate FAI di Primavera”

La delegazione di Asti propone la visita dei Palazzi di Canton del Santo e di Palazzo Zoya

ASTI – Sabato 23 e domenica 24 marzo si rinnova l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese.  Anche in questa 32ª edizione, la manifestazione di punta del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, grazie ai volontari di 350 delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le Regioni (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).

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La delegazione FAI di Asti sarà affiancata dagli Apprendisti Ciceroni, studenti dell’Istituto di Istruzione Secondaria “Vittorio Alfieri” (Liceo Classico, Liceo Artistico, Istituto Professionale) appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio.

Quest’anno le aperture proposte sono dei Palazzi di Canton del Santo e di Palazzo Zoya.

Orari: mattino 10.00 -12.30; pomeriggio 14.30 – 18.30 (ultima vista ore 17.30)

Palazzi di Canton del Santo

Il complesso è situato in pieno centro storico di Asti, in piazza Libertà, e fa parte del patrimonio artistico cittadino. Dal 1986 è sede di un istituto bancario. Lo stabile è costituito da una serie di immobili che a metà degli anni ‘80 del secolo scorso sono stati ristrutturati e uniti in modo funzionale per ospitare uffici e locali adibiti, come detto, a sede bancaria. Tra i palazzi che costituiscono il complesso, Palazzo Peruzza, che affaccia su via Gardini: oggi Agenzia 1 della banca, ospitò fino al 1965 il vecchio albergo Salera e in seguito la sede della Banca Agraria. Il locale di riunione del consiglio di amministrazione della Banca era un tempo la sala da pranzo dell’ albergo, dove si dava convegno la buona società del tempo. La parte del complesso che guarda su Piazza Libertà è invece Palazzo Armandi, appartenuto un tempo alle famiglie Ricci e Taricco, titolari di una casa vinicola. La parte più antica del complesso, costituita dai resti del Convento degli Agostiniani di Lombardia, affaccia su via Brofferio e su Piazza Astesano, dove sorgeva la settecentesca Chiesa delle Grazie.

Nella sede del complesso sarà possibile ammirare le opere che costituiscono la collezione d’arte della azienda di credito: una significativa sezione di pittori contemporanei, fra i quali molti legati al territorio, opere di Gandolfino da Roreto, una pala del Guala, dipinti attribuiti alla scuola del Caccia e alcuni arazzi delle arazzerie astigiane.

Asti, Palazzo Zoya

Palazzo Zoya

Palazzo Zoya sorge al civico 63 di Via Giosuè Carducci in un’area dell’antico nucleo storico della città, a pochi passi dalla Casa Natale di Vittorio Alfieri e dalla Cattedrale, una delle più grandi chiese del Piemonte e tra le massime espressioni dell’architettura gotica della regione.

L’attuale edificio è il risultato dell’accorpamento e dell’ampliamento di due fabbricati preesistenti, databili alla prima metà del Duecento. Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento le due costruzioni furono trasformate in una struttura palaziale unica a sviluppo longitudinale, ad imitazione di altre grandi residenze presenti in città come ad esempio l’hospicium Cacherano in via Maestra (l’attuale Corso V. Alfieri) all’angolo con via Asinari. Gli Zoya, proprietari del palazzo dalla fine del Cinquecento, erano in origine una famiglia di ‘Lombardi’, che accumularono ingenti ricchezze con l’attività legata al prestito della valuta ed al commercio; all’inizio del Seicento, dopo che avevano da tempo abbandonato l’attività feneratizia, vennero infeudati del titolo nobiliare di Conte.

A Bonifacio Zoya, che acquisì il palazzo a fine Cinquecento, si deve un’importante ristrutturazione: i soffitti del primo piano furono elevati; il nuovo soffitto ligneo fu dipinto nelle assicelle delle travi con busti laureati e profili muliebri. Sul lato verso il cortile viene realizzata la bella ‘galleria’, portico-loggia a doppio ordine di arcate con funzioni di raccordo e disimpegno per le scale di accesso ai piani. Nel prospetto verso la corte interna furono invece conservate le finestre originarie di metà Duecento, ancora oggi in parte visibili così come perfettamente conservato è Il grande fondaco/magazzino seminterrato, a volta unica. Dopo altre ristrutturazioni, avvenute a fine Ottocento e a metà Novecento, un’ultima e particolarmente accurata ha trasformato la casa forte Duecentesca in un resort de charme, che offre ai clienti 5 appartamenti arredati lussuosamente, i cui arredi moderni dialogano piacevolmente con le antiche strutture, perfettamente conservate.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Presso Palazzi di Canton del Santo la collezione d’arte della banca e l’edificio sede dell’Istituto Bancario che non sono normalmente aperti al pubblico, ma fruibili solo in giornate eccezionali. Sarà inoltre visitabile l’auditorium, appena inaugurato dopo cinque anni di lavori. Questa visita sarà guidata dagli Apprendisti Ciceroni coadiuvati da volontari della delegazione FAI di asti. Si rammenta che per questa visita è necessario presentare un documento di identità.

Palazzo Zoya, normalmente non accessibile al pubblico perché destinato all’attività recettiva, prevede la scoperta di alcuni ambienti: sarà possibile visitare gli interni con i preziosi soffitti perfettamente conservati e ammirare capitelli e colonne, decorazioni e fregi allegorici, oltre al fondaco/seminterrato con le sue volte, risalente alla prima costruzione di inizio Duecento. I visitatori saranno accompagnati dai Volontari FAI che illustreranno la storia dell’edificio e delle varie proprietà che si sono succedute a partire dagli anni passati fino ai giorni nostri.

 

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