Lui introverso, umile e dal pensiero nitido, lei tenace, forte e fiera, nonostante le sofferenze che le procurò la vita, a partire dalla precoce morte del marito: è dedicata a “I Curie: una coppia… brillante” la conferenza che un’altra coppia, Massimo Umberto Tomalino e Francesca Busa, terrà sabato 10 giugno, alle 16, nella Galleria del Museo Paleontologico.
L’incontro, proposto dall’Associazione Magmax (alla Galleria sarà possibile tesserarsi), è collegato alla mostra temporanea “Radioattività: pericoloso è non conoscere” in visione fino a fine anno alla Torre Quartero.
Di Marie Sklodowska e Pierre Curie gli ideatori del Magmax tracceranno un racconto a tutto tondo, dalle ricerche scientifiche sviluppate in laboratorio, in Francia, che li portò alla scoperta di radio e polonio e ad aggiudicarsi il Premio Nobel nel 1903 per la Fisica con Henry Becquerel, alla vita privata e alle relazioni sociali segnati dalla riservatezza.
“Una coppia granitica, lui francese e lei polacca – ricorda Tomalino – Lavorarono sempre insieme grazie a un’intuizione di Pierre, capace di dare il via con Marie, nel 1894, al primo lavoro di gruppo della storia scientifica: fu la carta vincente che li condusse al Nobel. In quel modo di operare si cancellarono le differenze di ruolo, non ci furono più il capo e l’assistente, ma due studiosi alla pari che pianificavano le ricerche e confrontavano i reciproci risultati. Due figure assolutamente ancora attuali nel nostro tempo“.
Alla morte del marito, a 47 anni, Marie, che sarebbe scomparsa a 67, continuò gli studi e fu il primo scienziato ad aggiudicarsi due Nobel (nel 1911 per la Chimica). Prima donna a ottenere una cattedra alla Sorbona di Parigi, la stessa di Fisica in precedenza occupata dal marito, di Pierre non si sentì mai subalterna. Chi la interrogò: “Come si sente a stare al fianco di un grande Premio Nobel?“, si sentì rispondere: “Lo chieda a mio marito“.
La coppia, che non si piegò mai agli interessi dell’industria e degli accademici, crebbe due figlie, di cui una, Irene, vinse a sua volta col marito Frédéric Joliot il Nobel per la Chimica nel 1935. Attenta ai problemi sociali, Marie nel 1914 non esitò a percorrere il fronte della Grande Guerra per fare le radiografie ai soldati dopo aver fondato il primo servizio radiologico mobile.
Un motivo in più per essere il 10 giugno alla conferenza: il racconto sui Curie sarà proposto da Tomalino e Busa con largo uso di fotografie non rintracciabili in internet, ma su libri specialistici anche piuttosto rari.