I Carabinieri della Stazione di Montemagno, dopo articolate indagini, sono riusciti ad individuare lo sconosciuto che alcuni mesi fa aveva sottratto, durante l’orario di apertura, la somma contante di 2.500 euro dalla cassa di un centro estetico situato nelle colline astigiane.
Quel mattino, approfittando della presenza di alcune clienti, l’uomo, ben vestito e con un modo di fare estremamente gentile, era entrato nel negozio per chiedere alcune informazioni circa gli orari di apertura e sui vari trattamenti estetici praticati.
Approfittando di un attimo di distrazione da parte della titolare, con una mossa repentina aveva messo mano nel registratore di cassa, rubando il contenuto e allontanandosi immediatamente dopo.
La titolare si era accorta dell’ammanco solo al momento della chiusura del locale, sporgendo immediata denuncia alla Stazione Carabinieri di Montemagno che avviava i primi accertamenti.
Le indagini, partite da una sommaria descrizione dell’uomo, sono poi proseguite con l’attento esame delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private presenti lungo le strade collinari individuate quali possibili vie di fuga e con precisi approfondimenti sulle autovetture transitate nell’arco orario di probabile consumazione del furto.
L’analisi delle immagini acquisite, incrociata con le informazioni ricavate dalle Banche Dati in uso alle Forze dell’ordine, ha consentito di individuare una Opel Meriva di colore blu, risultata già essere stata segnalata in altri Comuni del Piemonte e della Liguria come in uso al “ladro dei centri estetici” e così, grazie alla collaborazione tra i diversi reparti dell’Arma, si è risalito anche al suo reale utilizzatore.
Il successivo riconoscimento fotografico dava conferma ai già fondati indizi di colpevolezza raccolti e l’uomo, M.F., quarantunenne residente in Liguria, è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica mentre il competente Ufficio Gip, a seguito di specifica richiesta della stessa Procura, concordando con le risultanze investigative raccolte dal personale dell’Arma, emetteva a carico dell’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari, cui veniva data esecuzione presso la casa circondariale dove lo stesso era già ristretto per la commissione di altri reati contro il patrimonio.