“Guido suonava il violino”: il 3 febbraio a Castelnuovo Don Bosco e il 4 ad Asti

Un lavoro teatrale di Casa degli Alfieri realizzato in collaborazione con l’Israt

Continuano, nell’ambito delle iniziative legate al Giorno della Memoria,  le rappresentazioni dello spettacolo “Guido suonava il violino” di Casa degli Alfieri, realizzato in collaborazione con l’Israt – Istituto per La Storia della Resistenza della Provincia di Asti.

Lo spettacolo è liberamente tratto dal racconto “Un violino” di Nicoletta Fasano.

Un monologo teatrale tutto al femminile, scritto e diretto da Patrizia Camatel e con protagonista l’attrice Elena Formantici, che si dipana come un racconto giallo e assume le misteriose atmosfere di un thriller a carattere storico.  Un lavoro teatrale molto apprezzato dal pubblico ed emozionante.

La scorsa settimana è stato visto da circa 1100 studenti e insegnanti delle scuole superiori di Asti, in svariate repliche per il Teatro Scuola: grandi sono stati , oltre la partecipazione, l’attenzione dei ragazzi, il loro coinvolgimento, le domande, i gesti di gratitudine.

Due i prossimi appuntamenti organizzati dall’Israt con il contributo del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato Resistenza e Costituzione.

Lo spettacolo sarà in scena venerdì 3 febbraio alle ore 21 a Castelnuovo Don Bosco all’Ala (piazza Don Bosco), con la collaborazione del Comune di Castelnuovo Don Bosco.

Sarà replicato anche sabato 4 febbraio alle 21 ad Asti, al Centro Civico San Fedele (via Trilussa); questo appuntamento è realizzato in collaborazione con il Comitato spontaneo San Fedele.

Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una ricercatrice, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine e chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio.

Quel violino uscito dalla polvere di una cantina pare dotato di volontà propria: stride, geme, chiama con veemenza e ottiene ascolto. E racconta la vicenda di una famiglia ebrea sfollata ad Asti al tempo delle leggi razziali e della guerra, con gli immancabili risvolti di sradicamento, discriminazione, deportazione.

Attraverso un sofferto percorso di ricerca, specialmente dentro se stessa, la ricercatrice comprenderà che restituire il nome al proprietario del violino è affermare la sua esistenza: un atto di resistenza contro il sistema concentrazionario nazifascista, progettato per annientare, spersonalizzare.

Chi sono i “sommersi”, chi i “salvati”, allora come oggi? Chi i complici? Quali i giusti? Dove si colloca la protagonista stessa, nel suo mettersi in gioco – donna ed essere umano prima ancora che investigatrice – per svelare la verità intorno a questa vicenda?

Il nodo centrale del lavoro teatrale non è tanto la Shoah, ma ciò che l’ha preceduta: la vita delle singole persone, con le loro gioie, miserie, speranze, scelte, legami.

 

Commenta Nicoletta Fasano: “L’idea mi è venuta durante una Giornata della Cultura ebraica quando una donna si presentò alla sinagoga di Asti con un vecchio violino dicendo che era appartenuto ad un bambino scomparso da Asti, di cui non si sapeva nulla. Tenendo quel piccolo violino in mano capii che era giusto assegnargli un padrone e fu allora che pensai a Guido Foà. Guido Foà, di otto anni, è stato il più piccolo deportato ebreo astigiano – salito sullo stesso convoglio di Primo Levi, fu uno di quei bambini caricati, all’arrivo ad Auschwitz, su un camion diretto alla camera a gas, poiché non utili al lavoro”.

Ingresso gratuito.

Info: Israt 0141-354835/592439, www.israt.it

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