Il Piemonte è una delle tre regioni italiane scelte dal Governo per lanciare il progetto sperimentale delle “Green communities”, ovvero comunità locali costituite da territori rurali e di montagna che intendano sfruttare in modo equilibrato tutte le risorse principali di cui dispongono. Previste dalla legge di stabilità del 2016, potranno ora contare su risorse importanti in arrivo grazie al Pnrr che stanzia in particolare 135 milioni di euro per la creazione in Italia di 33 “comunità verdi”.
Le prime tre a partire in modo sperimentale, con uno stanziamento di 6 milioni di euro, saranno le “Terre del Monviso” in Piemonte, “La montagna del latte” dell’Unione montana dell’Appennino Reggiano in Emilia-Romagna e il “Parco Regionale Sirente Velino” in Abruzzo. I tre progetti pilota sono stati annunciati questo pomeriggio dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, nel corso di una conferenza stampa a Roma a cui ha preso parte il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme al collega dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e il vice presidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente.
«Siamo grati al Governo e al ministro Gelmini di aver scelto il Piemonte – sottolineano il presidente Cirio e il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso –, perché questo premia la nostra capacità di progettare e ottenere le risorse europee, ma premia anche le politiche di sviluppo sostenibile che stanno animando in ogni ambito le azioni della nostra Regione. Questa scelta è il primo atto concreto di un percorso che è solo all’inizio e che ci permetterà, attraverso le green communities e le nuove aree interne, di dare una risposta economica per il futuro delle nostre montagne. A settembre il Governo lancerà il bando nazionale su cui candideremo le altre aree piemontesi idonee a ottenere il riconoscimento, che in base ai criteri del Pnrr devono avere almeno l’80% dei comuni montani. Attualmente quelle adatte in Piemonte, non ancora inserite in filoni di finanziamento dedicati, sono cinque: Pinerolese e Alto Canavese in provincia di Torino, Alta Val Tanaro nel Cuneese, Terre del Giarolo nell’Alessandrino e la Valsesia in provincia di Vercelli. Confidiamo di poter avere il via libera a tre di queste aree, che si aggiungeranno a quella sperimentale delle Terre del Monivso. Le due restanti le candideremo come nuove aree interne, accanto alle quattro già confermate delle Valli di Lanzo, Valli dell’Ossola, Valle Bormida e Valli Maria e Grana. In questo modo daremo vita a una programmazione che coinvolge tutte le aree delle nostre vette alpine, nessuna esclusa. Perché, per una terra che si chiama “Piemonte”, la centralità e il benessere della montagna sono elementi imprescindibili e fondamentali per ogni strategia che guarda al futuro».
Ai 135 milioni del Pnrr per le green communities si affiancheranno altri 100 milioni per il 2022 e 200 milioni di euro strutturali a partire dal 2023, che il Governo ha già previsto per la montagna con l’ultima legge di bilancio.
«I tre progetti pilota rappresentano best practices a livello nazionale, fortemente rappresentative della volontà del governo di valorizzare i territori, montani e appartenenti alle aree interne, che possano fungere da volano di sviluppo per l’intero Paese – ha affermato il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini –. Sia per questi che per i successivi 30 progetti, verranno coinvolti Regioni, Province, Comuni, associazioni, cittadini e imprese. La collaborazione interistituzionale è il pilastro sul quale edificare l’impianto dell’intero investimento previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’intervento delle ‘Green Communities’ si inserisce nel più ampio quadro strategico e normativo che si sta delineando con il disegno di legge sulla montagna, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, che vede le montagne italiane protagoniste anche nel Pnrr».
Il progetto Green community “Terre del Monviso” prevede il coinvolgimento di un’area vasta comprensiva del 75% di Comuni montani e caratterizzata dalla presenza di aree protette. Tra le principali attività ci sono: la creazione di un progetto di housing sociale, coniugando la natura turistica della montagna con un nuovo approccio di abitabilità permanente ovvero destagionalizzata; la riqualificazione edilizio-energetica di edifici pubblici; l’implementazione di una comunità energetica locale pubblico-privata e lo sviluppo di turismo sostenibile che coinvolga tutti i territori rurali della community.
Il progetto si è classificato tra i primi in Italia per la completezza della proposta, con riferimento in particolare:
-all’ambito territoriale considerato (29 comuni ricompresi nell’ambito territoriale integrato di Saluzzo, con superficie pari a 903 kmq di cui 675 ricompresi in comuni montani);
⁃ la presenza di risorse ambientali qualificanti (il Monviso e l’asta del fiume Po);
⁃ la presenza di una rete ecologica locale costituita da 1 parco naturale, 8 riserve naturali, 7 Zone speciali di conservazione e 1 SIC;
⁃ la presenza della prima riserva trasfrontaliera italiana MaB Monviso, in cui sono attivati laboratori collettivi nei quali attuare politiche di sostenibilità;
⁃ la presenza di forme di aggregazione consolidata: 2 Unioni montane (Val Varaita e Alta Valle Monviso), 1 GAL (Tradizione delle terre Occitane), un contratto di Fiume (Alto Po), il consorzio BIM del Po;
⁃ un approccio integrato alla progettazione (Monviso Smart e Green Community, una Montagna di futuro, distretto del commercio);
⁃ presenza di sistemi di impresa (contratto di rete del Polo del Legno del Monviso);
⁃ esperienze progettuali trasfrontaliere (Pit Monviso L’uomo e le Territoire, Piter Terres Monviso).
Accanto a tutto questo, un ruolo determinante è stato giocato anche dalla presenza di un piano strategico sostenibile, promosso dai Comuni durante il tour che la Regione Piemonte ha lanciato lo scorso anno per raccogliere le progettualità e priorità dei diversi territori durante la stesura del Documento Strategico Unitario, ovvero il documento per definire e pianificare l’uso delle risorse ingenti che, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza e i fondi strutturali della programmazione 2021-2027, arriveranno dall’Europa da qui ai prossimi 7 anni.