ASTI – Il 24 dicembre, alle 23, nella splendida cornice della Collegiata di San Secondo si assisterà al concerto per organo “Musiche natalizie a Km 0, due”. Il Maestro Giuseppe Gai eseguirà la sua nuova composizione Sonata della Buona Novella, affiancato dalla voce recitante di Beppe Rovera.
Maestro Gai, cosa o chi le ha ispirato il titolo della composizione?
Sonata della Buona Novella coniuga due grandi nomi del mondo musicale: Johann Kuhnau e Fabrizio De Andrè. Al grande pubblico è più noto il secondo, per il suo capolavoro degli anni ’70 intitolato appunto La Buona Novella. Tuttavia, la mia composizione se ne discosta del tutto, essendo opera esclusivamente organistica. Meno conosciuto, anche se di notevole spessore, è Johann Kuhnau, che nel 1700 diede alle stampe le Sonate bibliche. Si tratta 6 episodi, tratti dall’Antico Testamento e commentati da interventi musicali per clavicembalo o organo. Musica a programma, dunque, destinata a descrivere con i suoni le imprese dell’uomo e i suoi moti dell’anima. In questo senso il termine Sonata si ricollega a Kuhnau, essendo ben diversa dalla forma musicale di Scarlatti e ancor più di quella classica di Haydn, Mozart e Beethoven. Analoghe composizioni, specificatamente per organo, furono scritte da due eminenti musicisti del Novecento.
Di quali opere sta parlando?
Il presepio (1916) di Giorgio Federico Ghedini e La Nativité du Seigneur (1935) di Olivier Messiaen. Entrambe le opere sono quadri staccati, rappresentati il Mistero dell’Incarnazione. La prima è costituita da 13 brevi episodi, che l’autore definisce “facilissime pastorali moderne per armonio”. In realtà facilissime non sono, ma esprimono una nuova sensibilità estetica. La seconda si sviluppa in 9 ampi episodi incentrati sui temi del Natale. Parliamo di un’opera di grande impegno non solo compositivo, per il linguaggio musicale molto avanzato, destinato pertanto a pochi eletti fruitori, ma anche interpretativo. Da un lato richiede un organo di ampie possibilità coloristiche, dall’altro un esecutore di provata tecnica.
Ci descriva la Sonata della Buona Novella.
Si sviluppa in 15 distinti episodi, che si succedono seguendo la narrazione evangelica, affidata alla voce recitante. All’organista spetta il commento musicale dei vari episodi, proposti nella variegata tavolozza di colori di cui è ricco lo strumento della Collegiata. Partendo quindi dal secondo capitolo del vangelo di Luca, la composizione inizia con il Decreto di Augusto, per il censimento dell’impero. Seguono il Viaggio verso Betlemme che Maria e Giuseppe compiono, lasciando la loro residenza di Nazareth; È nato Gesù, commento evocativo sul portentoso evento; la Notte all’ovile in guardia agli armenti; Teofania, attraverso l’angelo portatore della Buona Novella; Danza degli angeli discesi dal cielo per portare la bella notizia; Pastori al presepe, dove si recano per constatare personalmente quanto annunciato dagli angeli; Maria che medita sull’evento divino; Pifferata dei pastori che se ne tornano festosi ai loro greggi, dopo aver incontrato il Messia.
Attingendo dal secondo capitolo del vangelo di Matteo, la composizione prosegue con la Marcia dei Magi venuti dall’Oriente; gli Interrogativi dei Magi per sapere dove poter trovare il Re dei Giudei; la Profezia, che viene riferita dalla gente in merito alla richiesta dei tre personaggi; la Ricerca del Messia e l’Adorazione dei Magi di fronte al Bambino. Conclude la composizione la marcia che accompagna la Partenza dei Magi verso le loro terre d’origine.
Si avvicendano pertanto episodi descrittivi e momenti di riflessione. Così si materializzano con i suoni il cammino di Maria e Giuseppe verso Betlemme e quello dei Magi, venuti dall’Oriente. Stimolano la fantasia le volatine tastieristiche nel disegnare la discesa degli angeli per portare il lieto annunzio, o i misteriosi suoni della veglia dei pastori e quelli gioiosi per l’inaspettata constatazione dell’evento sovrumano. Inducono alla riflessione le note sul meditativo silenzio della Madonna, o le armonie che accompagnano la profezia messianica.
Ha ripreso alcuni episodi da composizioni precedenti?
Si, alcuni episodi della Sonata sono stati assunti da altre composizioni precedenti e trascritti per organo, con opportune varianti e ampliamenti. Mi riferisco in particolare al Viaggio verso Betlemme, a La veglia dei pastori e alla Marcia dei Magi, già presenti rispettivamente nel Ludus Natalis del 2008 e nell’Oratorio Emmanuel per Soli, Coro e orchestra del 2010. Così facevano i giganti della Musica. Bach nei Corali Schubler trascrisse per organo 6 brani di grande successo, provenienti da Cantate precedenti. Anche For unto us a child is born, uno dei più celebri cori del Messia, non è altro che la rielaborazione del Duetto No di voi non vo’ fidarmi, cieco Amor, crudel beltà, che Haendel aveva composto durante il suo breve soggiorno a Roma. Pure Mozart ricorse alla prassi della “parodia”, sostituendo il testo latino del Kyrie e del Gloria della Grande Messa in do minore (1783) con il testo italiano della Cantata Davidde penitente, eseguita a Vienna nel 1785.
E il resto della composizione?
Il resto è tutto originale, frutto di un intenso lavoro intrapreso a fine ottobre. Il linguaggio è volutamente semplice e, per quanto possibile, descrittivo, in modo da favorire la comprensione dal più ampio raggio di fruitori. Detto questo, sono state impiegate serie di suoni piuttosto inusitate: la disincarnata scala pentafonica per gli angeli e la rude scala esafonica per i pastori. Anche le armonie, che affondano le radici nella tradizione, non sono scevre delle innovazioni del più gradevole Novecento musicale.
Quale messaggio vuole veicolare attraverso questa sua nuova composizione?
La proposta annega nella frenetica corsa agli ultimi regali e in un mare di laute cene natalizie familiari. Si confonde con patetiche offerte di concerti, in cui anche Coriolano viene maldestramente coinvolto nelle evocazioni musicali della notte Santa.
Ignaro, comunque, di simili storture, desidero comunicare le mie sensazioni del Natale, così come ho vissuto fin da bambino. Fanno parte della mia sensibilità, della mia cultura e della mia fede. Tutto ormai obsoleto e, forse, anche nostalgico, ma radicato nel mio essere. Sono sensazioni consegnate alla storia dagli evangelisti Luca e Matteo. Ma molto lontane dallo scandinavo Sancta Klaus, o italiano Babbo Natale, e dal teutonico albero con le palline colorate. Ancor più lontane dalla voga di voler cancellare il Presepe di Greccio (che san Francesco ha voluto consegnare alla tradizione cristiana), solo in virtù del rispetto di credenze diverse e dell’umanitaria accoglienza.
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