ASTI – Il 14 ottobre alle 18 nella sala conferenze di Palazzo Mazzetti l’associazione Premio Asti d’Appello organizza un incontro con l’artista Ugo Nespolo per presentare il suo ultimo libro “Per non morire d’arte” (Einaudi).
A presentare l’incontro Francesco Poli, già professore di Storia dell’arte contemporanea dell’Accademia di Belle Arti di Brera, alla Sorbona e all’Università di Torino, critico d’arte per La Stampa e Il manifesto, specializzato nell’arte del XX secolo.
Nespolo è una delle figure più interessanti del panorama artistico italiano, la cui significativa complessità dottrinale e teorica parla del fare arte come possibilità di dare ancora energia a un mestiere che pare lentamente evaporato. Ironia e gioco come mezzo espressivo di un linguaggio creativo ed eclettico carico di apporti concettuali, perché “Non si può fare arte senza riflettere sull’arte”.
Spiega l’artista: “Si può morire d’arte per aver scoperto d’essere immersi in un brodo creativo svuotato di certezze e convinzioni, morire per la malinconia di vivere il tempo delle superchiacchiere, sommersi da cataste di oggetti eterogenei, merce tra le merci, schiavi del dogma dell’indifferenza estetica, condannati alla dannazione del prezzo. D’arte si può morire per la malinconia di un’avventura solitaria, vuota di teorie e teorici, per la vacuità dei gesti pensati eroici e persi tra gli accumuli di opere-merce dell’era dell’everything goes”.
Pittore, Nespolo esordisce nel panorama artistico italiano negli anni Sessanta con contaminazioni della Pop Art. La sua produzione si caratterizza presto per forte accento trasgressivo e ironico che lo porterà nel decennio successivo ad avvicinarsi alla “tela cinematografica”. Gli anni 80 sono il suo periodo americano, con quadri che rappresentano le città statunitensi. Collabora con agenzie pubblicitarie e con la Rai per la quale realizza videosigle. Nespolo viene anche annoverato tra i Maestri del Palio, per aver dipinto nel 2000 i due sendalli per il Palio di Asti e il drappellone per il Palio di Siena nel 2007. Gli organizzatori del Giro d’Italia affidano la creazione della maglia rosa per l’edizione del 2003. Ha esposto con in gallerie e Musei in Italia e nel mondo e oggi ha il suo atelier a Torino.
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili. Necessario Green Pass.