ASTI – L’inaugurazione della mostra di palazzo del Michelerio dedicata all’astigiano Salvatore Ottolenghi, medico e scienziato ritenuto “padre” della moderna Polizia Scientifica, è stata l’occasione per ospitare in città il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, che peraltro aveva già omaggiato il grande scienziato astigiano nella primavera scorsa, presenziando all’installazione romana di una statua di cera che lo raffigura.
Prima del rituale taglio del nastro insieme al questore di Asti, dott.ssa Alessandra Faranda Cordella, il prefetto ha partecipato ad un convegno, ospitato dall’attigua ex Chiesa del Gesù, intitolato “La Polizia Scientifica tra la dattiloscopia di Ottolenghi e i nuovi traguardi tecnologici” nel quale si sono succeduti diversi importanti relatori, con conclusioni affidate proprio all’illustre ospite.
Che – dopo aver visitato la mostra (aperta gratuitamente al pubblico fino a sabato, dalle 10 alle 18) accompagnato dal questore, dal prefetto Alfonso Terribile e dal sindaco Rasero – ha brevemente interloquito con i giornalisti presenti.
Prefetto, sul fronte della polizia scientifica vi sono contatti con altre polizie europee?
Ormai sempre più lotta al crimine è fatta di cooperazione, interazione e scambio di saperi e noi portiamo anche l’orgoglio di essere una delle Polizie più accreditate al mondo e quindi non solo ci proponiamo ma anche altri hanno piacere a lavorare con noi.
Trent’anni fa prova scientifica era inoppugnabile, ora affronta peso del contraddittorio. Questo rende la prova scientifica più forte o più debole?
Credo che siano mutate anche le modalità con le quali si portano le prove in dibattimento. Oggi il contraddittorio e le inchieste difensive sono all’ordine del giorno, pertanto chi porta prove scientifiche per sostenere un’accusa deve essere certo sia assolutamente solida. E questo ha fatto si che i nostri colleghi della Scientifica siano particolarmente esperti nelle varie scienze necessarie per sostenere una prova in dibattimento.
Fermo restando l’importanza della scienza, qual è la situazione in merito al capitale umano?
Il capitale umano continua ad essere irrinunciabile, in un momento nel quale le Forze dell’Ordine vivono una condizione frutto di scelte infelici di chi ha immaginato che poliziotti, carabinieri e finanzieri fossero troppi e nel 2010 ha fatto si che il loro pensionamento non comportasse assunzione di nuovo personale. Per cui oggi siamo un po’ vecchi, siamo un po’ sotto organico ma per fortuna da due leggi di Bilancio in avanti è cambiato il trend. L’attuale ministro si è impegnato, coerentemente con quanto sostenuto durante la sua campagna elettorale incentrata sulla sicurezza, e noi ci auguriamo che anche gli altri ministri concordino nel vedere la sicurezza quale priorità. Oggi non è più un diritto, ma un bisogno. Che riguarda in particolare le fasce delle popolazione meno abbiente, meno protetta. Garantire una cornice di sicurezza può far crescere il Paese e far vivere meglio i nostri concittadini.