Leggere la paleontologia astigiana nel museo più antico d’Italia, la Collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini” di Bologna, dove sono esposti i tre mastodonti di Valle Andona e Cinaglio: di recente il volume “Fossili e Territori. Scoperte straordinarie sulle colline astigiane” è entrato a far parte della dotazione libraria del prestigioso museo universitario di geologia e paleontologia.
“Un onore, a cui speriamo faccia seguito una collaborazione tra la Collezione e il Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato fatta di scambi di conoscenze scientifiche e di visite guidate ai musei delle due città e ai luoghi dei ritrovamenti fossili“, commenta il presidente Gianluca Forno.
Il Distretto ha promosso il libro, insieme alla casa editrice Araba Fenice, uscito nel 2022 e presentato di recente, con un tutto esaurito, ad Asti (Passepartout en hiver).
Il cordiale incontro a Bologna tra Michela Contessi, conservatrice del Museo Capellini, e l’autrice del libro Laura Nosenzo ha regalato alla giornalista e scrittrice anche la visita ai numerosi reperti geo-paleontologici, primi tra tutti i tre esemplari di “Anancus arvernensis” astigiani che il geologo Giovanni Capellini acquistò, nel 1890 per dodicimila lire, dal collezionista piemontese Filippo Cantamessa.
Si tratta dell’imponente esemplare completo di Ca’ dei Boschi (Valle Andona), ritrovato nel 1881, che domina sul resto delle collezioni della Sala Elefanti e Balene: ha circa 2 milioni di anni, è lungo sette metri e alto tre. Come ricorda in “Fossili e Territori” la dottoressa Contessi, si tratta di “uno dei pezzi più importanti e valorizzati. I bambini, per la verità, prima cercano e trovano i dinosauri, ma quando arrivano nella sala Elefanti e Balene restano ugualmente affascinati: il mastodonte fa la sua scena“.
In visione anche le quattro zampe e il cranio dell’“Anancus arvernensis” di Cinaglio e i resti di un secondo esemplare scoperto a Ca’ dei Boschi.
“Aggirarsi tra i mastodonti astigiani, descritti in molte ricerche scientifiche, è un’emozione impagabile, mentre non sfugge l’importanza del luogo: il ‘Capellini’ è l’unico museo in Italia a esporre al pubblico esemplari del Villafranchiano del nostro territorio” ricorda Laura Nosenzo che nel libro sottolinea: “Sarebbe però uno sbaglio pensare che i reperti, a Bologna, si limitino a soddisfare le curiosità o l’interesse del pubblico attratto dalla paleontologia: nella sala Elefanti e Balene si sono fermati, e si fermano, anche e soprattutto gli specialisti provenienti da tutto il mondo“.