ASTI – Si è svolto nella sala conferenze del Cpia 1 Asti (Istituto Statale Istruzione Adulti) il penultimo appuntamento a calendario del Festival dei Popoli 2023. L’incontro sul tema “Povertà, guerre, crisi climatiche e migrazioni” è stato l’occasione per dialogare con Niccolò Zancan, giornalista e inviato speciale de “La Stampa”, che ha risposto alle domande di Alberto Perduca, già Procuratore della Repubblica di Asti.
La serata è stata introdotta da Michelino Musso, responsabile dell’Ufficio Comunicazioni Sociali e del Progetto culturale della Diocesi di Asti. Zancan, torinese, è stato inviato da zone di guerra ed è testimone di quanto accade sulle rotte migratorie dirette verso l’Europa e ai confini italiani. La prima riflessione di Perduca ha evidenziato come il fenomeno migratorio contemporaneo venga sempre narrato in termini emergenziali senza indagare le cause che costringono le persone a migrare. La vicina Africa è il continente al mondo con più scenari di guerra in corso, con redditi molto bassi, dove gli effetti della crisi climatica si mostrano più feroci e dove i governi sono caratterizzati da democrazie fragili, da autocrazie e tirannie.
“Viviamo un tempo odioso – ha commentato Zancan – pieno di veleno. Si vuole far passare il concetto dell’emergenza continua, dell’invasione quando invece stiamo assistendo ad un fenomeno strutturale che ha avuto origine dal 2011 con le primavere arabe”.
Si è poi proseguito con l’analisi di quello che oggi viene quasi definito come un fronte di guerra: cosa sta accadendo oggi a Lampedusa? “Un tempo le missioni in mare coordinate dall’Italia e dall’Europa avevano come obiettivo quello di salvare vite umane nel Mediterraneo e di far sbarcare i migranti sulle coste italiane in città attrezzate per gestire numeri importanti di profughi. Oggi abbiamo deciso di abbandonare il mare e di appaltarne la gestione alla guardia costiera libica. In questo modo non salviamo più persone in mare e tutti coloro che arrivano in Italia sbarcano forzatamente a Lampedusa, un’isola di circa 6mila abitanti che si trova periodicamente a gestire un numero di migranti superiore alla propria popolazione. Il meccanismo è costruito deliberatamente per creare tensione”.
Perduca ha introdotto, quindi, il tema di continua attualità relativo alle ONG accusate di creare un effetto moltiplicatore sulle partenze dei migranti: cosa c’è di vero in questo?
“Nel 2023, le ONG hanno salvato in mare circa il 4,5% dei 130mila migranti giunti nel nostro paese. Sfortunatamente non hanno potuto fare di più per evitare che 2500 persone morissero in mare alla ricerca del proprio futuro”. La maggior parte dei migranti che raggiungono l’Italia vedono il nostro paese come il punto di approdo all’Europa ma sono fortemente motivati a continuare il viaggio verso altri paesi europei. Cosa succede oggi alle frontiere nel tentativo di lasciare l’Italia?
“Assistiamo a continui abusi e alla negazione dei diritti umani. Il confine di Ventimiglia è tra i più feroci in questo senso con continue umiliazioni per i migranti che tentano di passare in Francia. Questo crea un sentimento di odio sempre più crescente tra i migranti respinti che non fanno altro che aggiungere tensione ad un clima già infuocato”. In questo meccanismo di crescente tensione in cui il fenomeno migratorio è spesso descritto con termini di natura bellica (invasione, blocco navale, sostituzione etnica ecc..): come si sta muovendo il variegato mondo dell’informazione? C’è ancora spazio per un’informazione oggettiva?
“Stiamo sbagliano molto – dice Zancan – e ci facciamo trascinare in una contrapposizione sterile senza trovare la forza di ripartire con un dibattito serio. I social hanno avuto un forte impatto sull’impoverimento dell’informazione giornalistica. Fortunatamente qualcuno che fa bene il proprio mestiere c’è ancora ed in futuro il mestiere del giornalista e dello scrittore potrebbero avere un ruolo di guida nell’aiutare l’opinione pubblica a comprendere la realtà oggettiva tra mille strumentalizzazioni”. Un dibattito veramente interessante saluto dal lungo applauso finale del pubblico.
Alla serata hanno partecipato in prima fila anche gli alunni delle superiori del Cpia e i locali della scuola hanno ospitato la mostra allestita da Asiap (Associazione Senegalo-Italiana di Asti e Provincia) con vestiti e oggetti tipici senegalesi.