In occasione della Festa della Donna l’Asl At, la Polizia di Stato e il Centro Antiviolenza L’Orecchio di Venere nuovamente uniti contro la violenza alle donne

Iniziativa comune giovedì 7 marzo al Consultorio di Asti

ASTI – In occasione della Giornata internazionale della Donna l’Asl At, la Questura di Asti e il Centro antiviolenza L’Orecchio di Venere, accendono i riflettori sulla violenza contro le donne. Com’era già accaduto a novembre, una equipe dei tre enti, formata da personale della Polizia di Stato, personale medico, infermieristico, assistente sociale, psicologo e da un avvocato, sarà presente il giovedì 7 marzo, dalle 9 alle 12 al Consultorio dell’Asl, in via Baracca 6.

Il personale distribuirà materiale informativo predisposto per l’occasione con le linee guida per la sicurezza, in situazioni di violenza all’interno della coppia e i numeri utili per la richiesta di aiuto.

Chi aggredisce spesso cerca di dissuadere il partner dal ricercare informazioni e supporto all’esterno della relazione, abbassando la probabilità di riconoscere l’abuso come tale e di ricevere aiuto e supporto da parte di amici, forze di polizia, medici e operatori della comunità assistenziale. La catena va spezzata perché l’amore non fa male, non uccide, ribadisce il messaggio lanciato da Asl, Questura e Centro antiviolenza.

Intanto sono resi noti i risultati del sondaggio anonimo realizzato a novembre durante la tre giorni di mobilitazione al Cardinal Massaia e al Consultorio: 100 i questionari raccolti nei box, 98 in lingua italiana e 2 in lingua straniera.

Alla domanda “In questa provincia esiste un centro antiviolenza, hai suggerimenti da dare?” un 20% del campione ha risposto chiedendo: interventi sul tema in ogni ordine di scuola, campagne di educazione dei maschi, aiuti concreti e case sicure per le donne in difficoltà; maggiore pubblicità per la Rete Antiviolenza, sui social, con manifesti, sui giornali. Otto donne hanno scritto di essersi rivolte alle forze dell’ordine per un problema di violenza: 5 interessate prima persona, 2 per parenti o conoscenti, 1 per lavoro.

 

Al quesito “Ti senti discriminata?” 27 schede su 100 hanno risposto “si”, mettendo come opzioni: a casa, a scuola, per strada (5); sul lavoro (8); dalla società patriarcale (1); genericamente “a volte” (11); dalla società perché la donna è considerata inferiore (2). Non sono state esplicitate richieste di aiuto

 

 

 

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