L’Ente di Governo d’Ambito n. 5 Astigiano Monferrato (Ato 5) ha concluso una fase della collaborazione con l’Università di Torino riguardanti studi delle falde idriche del territorio astigiano, importanti per approfondire gli effetti delle variazioni climatiche sulle falde idriche.
L’Ato 5, ente pubblico che coordina il ciclo idrico integrato su tutto il territorio dell’astigiano, ha operato in stretta collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino. I ricercatori sono stati in costante dialogo con il personale delle aziende che gestiscono gli acquedotti.
In particolare gli studi hanno riguardato:
- i possibili effetti della variabilità climatica sulle falde idriche sotterranee;
- la valutazione delle zone di protezione degli acquiferi profondi, utilizzati a fini idropotabili, nell’area della Val Maggiore e del Comune di Villafranca d’Asti.
In estrema sintesi gli studi hanno mostrato un chiaro legame tra le precipitazioni e i livelli piezometrici (presenza dell’acqua) nelle falde superficiali.
I tecnici hanno indicato (semplificando) che la falda superficiale possa intendersi come un indicatore dell’intero sistema di falde sotterranee sature di acqua e quindi rappresenti un segnale di attenzione quantitativo anche delle falde profonde.
L’entità degli abbassamenti del livello piezometrico risulta più marcata e amplificata quando si verificano più anni caratterizzati da basse precipitazioni.
Si è anche osservato, in diversi casi, un ritardo nella risposta alle precipitazioni, ovvero una traslazione temporale tra le precipitazioni e le variazioni di falda.
In generale i livelli piezometrici osservati nell’ultimo decennio, per la falda superficiale, hanno mostrato un trend decrescente.
Occorre però considerare che le captazioni degli acquedotti astigiani sono tutti in falda profonda, anche più sicura dal punto di vista qualitativo, e quindi il margine di sicurezza per le captazioni di acquedotto è ancora molto rilevante.
Relativamente agli aspetti di valutazione delle aree di ricarica degli acquiferi profondi captati dal campo pozzi di Cantarana – Ferrere (AT), l’area di osservazione è stata estesa alla pianura cuneese e torinese per migliorare la comprensione dei processi di ricarica.
Vi è stato anche un importante approfondimento circa la presenza d’acqua nella nuova area individuata in Comune di Villafranca d’Asti.
Dall’assetto idrogeologico del sottosuolo, riscontrato a seguito di un sondaggio, si può valutare la presenza di un acquifero produttivo e protetto (e quindi importante per un utilizzo idropotabile) tra i – 52 m e – 105 m dal piano campagna.
Si sta lavorando per la progettazione del primo pozzo che sarà a servizio del Comune di Villafranca d’Asti.
“Gli studi – precisa il Presidente dell’Ente d’Ambito Prof. Vincenzo Gerbi – consentono di valutare con più consapevolezza, la situazione delle risorse idriche del nostro territorio e programmare la realizzazione di nuove infrastrutture. L’obiettivo è quello di garantire un buon servizio agli Utenti per i prossimi decenni”.