Tutti rubano alla stessa maniera
Ma è solo un modo per convincerti
A restare in casa quando viene la sera
Francesco De Gregori – La Storia
La citazione di questo celebre brano, vera pietra miliare della musica italiana, ci sembra quantomai consona a commento dell’inchiesta romana che ha portato a numerosi arresti per episodi corruttivi correlati al progetto del nuovo stadio della Roma.
Scorrendo l’elenco degli arrestati, vi si trovano infatti il presidente dell’Acea (e uomo di fiducia del Movimento 5 Stelle) Luca Lanzalone, il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Adriano Palozzi (FI), l’assessore regioanle Michele Civita (PD) e, pur “solo” indagati, i pentastellati Paolo Ferrara e Mauro Vaglio, oltre al capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Davide Bordoni.
Tutte figure che gravavano intorno al potente imprenditore Luca Parnasi che, stando agli atti giudiziari, elargiva “regali” e prebende a pressoché tutto l’arco costituzionale. Infatti, per non farsi mancare proprio nulla, il generosissimo Parnasi avrebbe finanziato con 250.000 euro anche la Lega. Finanziamento legittimo e alla luce del sole, che però, nelle ore post arresti, finisce per gettare un’ombra su un partito che già in passato era stato molto chiacchierato (dalle spese folli dell’ex segretario Bossi e famiglia ai diamanti dell’ex tesoriere Belsito).
Naturalmente per tutti loro, come per ogni altro indagato, vale la presunzione di innocenza fino al definivo grado di giudizio, ma certo l’inchiesta della Procura di Roma azzoppa un po’ l’immagine di intransigenza e incorruttibilità che ha fatto la fortuna elettorale di Lega e Movimento 5 Stelle. Rimarcando ciò che, al netto di partigianerie, era evidente fin dal principio. Ovvero che nessuno schieramento politico può legittimamente dirsi immune dalla corruzione e dal malaffare.
Pertanto – ricordando la tesi sostenuta da Craxi in piena “Tangentopoli” – tutti colpevoli e quindi nessun colpevole? Assolutamente no. Semplicemente, va lodato chi, come Pierfrancesco Maran, assessore milanese della giunta Sala, ha rifiutato le munifiche offerte di Parnasi il quale, stando a un’intercettazione, gli aveva offerto un appartamento per corromperlo. L’onestà, così come la beneficenza, va attuata e non sbandierata.