E ancora: “Il previgente regime sanzionatorio prevedeva sanzioni da 10.000 a 50.000 euro. Tenendo conto che le omissioni sotto i 500 euro rappresentano circa il 70% del totale, ne rende evidente l’iniquità. Non solo, il loro recupero è stato minimo proprio perché la previgente disciplina delle sanzioni amministrative non favoriva il recupero dei contributi e delle sanzioni ed era inutilmente vessatoria rispetto ai datori di lavoro”.
“Per una piccola azienda tali somme possono essere dirimenti al fine del mantenimento o della liquidazione dell’attività, con scarsissima probabilità di effettivo recupero del debito. Per questo era importante rendere retroattiva la nuova disciplina più equa introdotta dal governo Meloni, che coinvolgerà oltre un milione di imprese”, conclude il deputato astigiano.