Cerruti: “Asti non è posto per termovalorizzatori e teleriscaldamenti”

Di seguito la nota stampa del consigliere comunale Massimo Cerruti (M5S)

 

Prendo spunto dall’arrivo nella nostra città del sig. Calenda per una piccola riflessione.

Fra le altre cose, è venuto sin qui per dirci che dovremmo essere favorevoli all’insediamento di un termovalorizzatore ad Asti, raccogliere grandi quantità di rifiuti e bruciarli producendo quindi scorie e fumi di scarico.

Personalmente ritengo invece il caso di proseguire la strada virtuosa della vera economia circolare, del risparmio energetico, del riutilizzo, della lotta agli sprechi.

Favorire una seria economia circolare non significa far sparire i rifiuti incenerendoli. Significa invece ridurre innanzitutto gli scarti all’origine, poi incentivare ed aumentare sempre più la raccolta differenziata, migliorare più possibile la qualità dei rifiuti insistendo sul porta a porta e la tariffa puntuale ed infine investire per favorire le aziende che si occupano di recupero e riciclo.

In questo modo si creano molti posti di lavoro stabili senza impatto sull’ambiente, anzi migliorandolo.

Personalmente, insieme al M5S, come abbiam già fatto in passato non potremo mai appoggiare sistemi obsoleti come il teleriscaldamento, che per essere sostenibile ha bisogno di molto calore già disponibile. E tantomeno se si intende produrre il calore necessario bruciando rifiuti con l’installazione di termovalorizzatori o altri grandi combustori. In una città come Asti, che si pone l’obiettivo di assumere la valenza di città turistica valorizzando la sua enogastronomia, le bellezze naturalistiche circostanti, la sua cultura e l’artigianato non possono coesistere.

E’ bene ribadirlo chiaramente perché il tema purtroppo è sempre attuale anche in Consiglio Comunale; proprio in questi giorni infatti l’Amministrazione sta deliberando di rescindere i contratti con la società AEC aventi ad oggetto i servizi di illuminazione pubblica e di teleriscaldamento, dichiarati illegittimi dall’Anac. Finalmente, bisognerebbe dire, perché il sottoscritto insieme al M5S è dal 2015 che sosteneva ciò in tutte le sedi anche tramite l’esposto all’Anac dal quale son scaturiti i recenti ed incontrovertibili profili di illegittimità.

Rimangono ancora dei dubbi però. L’illuminazione pubblica sarà presa in carico da una nuova società a seguito di bando pubblico ma non è stato definito entro quale data e quindi fino ad allora la continuità del servizio sarà garantita ancora da AEC tramite un contratto illegittimo. Visto però che quest’ultima non ha ricevuto l’affidamento in regime di libera concorrenza rimane il dubbio che i prezzi applicati per la riqualificazione di tutti i punti luce e la fornitura di energia elettrica per tutti questi anni non siano congrui? Perché aspettare così tanto tempo dalla pronuncia definitiva dell’Autorità Anticorruzione avvenuta a luglio 2020 per non avere ancora oggi date certe?

Anche riaffermare la qualifica di teleriscaldamento come pubblico servizio locale è discutibile in quanto in Italia prevale l’incertezza legislativa e vi sono pronunce di Tar non univoche.

Una cosa è certa, Asti pare proprio un luogo non adatto per centrali di teleriscaldamento o di combustione rifiuti, pensiamo a cose più utili e convenienti per i cittadini.

Massimo Cerruti, M5S Asti

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