ASTI – Si è conclusa da poco in Questura la celebrazione del 171° anniversario della fondazione della Polizia di Stato.
Una giornata volta a sugellare l’orgoglio e il senso di appartenenza che accumunano le donne e gli uomini della Polizia di Stato, senza perdere mai di vista l’obiettivo più profondo: essere al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini, obiettivo riassunto nel motto “Esserci Sempre”.
Per ricordare tutti quei poliziotti che hanno perso la vita nell’esercizio del dovere, stamattina il Questore Sebastiano Salvo ha deposto una corona al Monumento ai Caduti della Polizia di Stato situato a fianco dell’ingresso della Questura.
A seguire la cerimonia, alla presenza del Prefetto della Provincia di Asti Claudio Ventrice, durante la quale sono stati conferiti i riconoscimenti per meriti sportivi e di servizio (tutti i premiati qui).
“Questa ricorrenza è tradizionalmente un esercizio di memoria – ha detto il Questore Sebastiano Salvo -. Ricordiamo la nostra storia, le nostre radici e rivolgiamo il pensiero ai nostri caduti. La ricorrenza è anche occasione di bilanci per valorizzare quello che si è fatto, e insieme momento di riflessione su ciò che già da domani occorre fare”.
La Polizia di Stato ha invitato due classi della scuola elementare “Anna Frank” e della scuola media “Giuseppe Parini” di Asti, che hanno potuto visitare gli stand allestiti dalle Specialità della Polizia di Stato e dal Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica e assistere alle dimostrazioni delle unità cinofile.
Il 171° anniversario della Polizia di Stato costituisce anche l’occasione per ricordare due importanti compleanni: i 120 anni della Polizia Scientifica, struttura specializzata negli accertamenti di polizia giudiziaria con competenze nel campo delle scienze biologiche, chimiche, fisiche e dattiloscopiche, e i 100 anni dell’Interpol, organizzazione internazionale dedita alla cooperazione di polizia e al contrasto del crimine internazionale.
Fenomeno immigratorio
Nel suo discorso, il questore ha affrontato il tema dell’accoglienza: “Dalla primavera scorsa gruppi consistenti di profughi di origine prevalentemente pakistana hanno raggiunto questa provincia e messo a dura prova il pur collaudato sistema dell’accoglienza. Non si è posto solo un problema formale di avvio delle procedure di asilo, ma anche una criticità sostanziale di oggettiva incapienza dei Cas, già saturi per i massicci afflussi di migranti dal sud Italia. Di fronte a una quotidiana e massiccia presenza all’esterno della questura di queste persone, alcune anche in condizioni oggettivamente fragili, è stato doveroso ma anche strategico guardare al problema con occhi diversi e trovare soluzione nuove che potessero soddisfare il piano delle regole e anche quello dei diritti e del rispetto della dignità umana. Abbiamo dovuto reinventarci un metodo che non fosse quello della mera applicazione di regole e procedure. Abbiamo quindi sperimentato un percorso inclusivo – e qui parlo al plurale e guardo il signor prefetto con cui abbiamo sin dall’inizio condiviso questo percorso – allargando lo sguardo verso altri protagonisti di questa realtà sociale che sapevamo in grado di strutturare risposte corali alle esigenze dei migranti e alle istanze di sicurezza dei cittadini.
È stata mobilitata la protezione civile per l’installazione di tende riscaldate, la caritas per la loro gestione in collaborazione con alcune parrocchie, i servizi sociali del comune per la disponibilità delle strutture assistenziali sul territorio, la asl per tutti gli interventi di natura sanitaria anche sotto il profilo della prevenzione covid. In circa 10 mesi abbiamo gestito con gradualità ed efficacia l’arrivo non programmato di oltre 300 profughi, per i quali le regole del gioco pianificate rischiavano di non valere. Nessuno è stato abbandonato. Mi sono chiesto se siano questi i canoni tradizionali del fare polizia. Qualche anno fa avrei avuto dubbi ma oggi rispondo convintamente si, questo è il modo giusto. Occorre abbandonare le idee vecchie per far funzionare quelle nuove”.
Del resto lo stesso metodo si è rivelato vincente anche in un altro frangente potenzialmente critico per la città: lo sgombero dei due stabili di corso casale abusivamente occupati da circa un decennio.
L’evoluzione digitale
Il Questore ha aggiunto: “La digitalizzazione di ogni procedura ha ricadute sul piano della sicurezza tali da suscitare serio allarme per la potenzialità altamente lesiva di condotte criminali o comunque illecite veicolate attraverso il web. E non mi riferisco solo ai fenomeni con cui abbiamo già familiarizzato – cybercrime – cyber bullismo – truffe on-line – ma soprattutto alla grave minaccia di aggressioni ai sistemi informatici che incombe su aziende pubbliche e private operanti nei settori strategici e sulle quali poggia la cd. infrastruttura critica del paese. Anche su questo terreno l’agire di polizia va completamente ripensato. Lo si sta già facendo, curando non solo l’approntamento di efficaci modelli di contrasto ma investendo risorse nella maggiore diffusione di una piena consapevolezza dei rischi”. Risponde a questa logica il convegno organizzato ad Asti dall’Unione industriale con la partnership della questura e del centro per la sicurezza cibernetica di Torino.
I dati statistici sull’attività svolta nei diversi settori d’intervento
I dati (qui nel dettaglio) testimoniano il peso specifico di un lavoro qualitativamente importante oltre che allineato nei numeri al trend già estremamente positivo dell’anno precedente. “Se parliamo di grandi obiettivi non posso dimenticare quello che insieme si e’ fatto per realizzare un evento storico per la città di Asti, la visita del Santo Padre. È stato per tutti noi operatori della sicurezza e volontari di protezione civile un momento di enorme crescita umana e professionale e che ci ha dato la misura di quanto, anche in una piccola realtà provinciale, la forza straordinaria che origina dal lavorare insieme porti a conseguire obiettivi di assoluto profilo. Tra l’altro con lo stesso spirito di squadra avevamo affrontato e gestito gli eventi del settembre astigiano”. Nell’attività di polizia giudiziaria sia d’iniziativa che delegata, sempre indirizzata da una magistratura attenta ed equilibrata, sono stati raggiunti obiettivi ragguardevoli. “Tra le tante operazioni concluse dalla nostra squadra mobile merita sicuramente un cenno l’indagine sviluppata per l’inquietante episodio accaduto all’esterno del pronto soccorso quando da un’autovettura furono esplosi diversi colpi di arma da fuoco. Da quell’indagine non solo sono scaturiti provvedimenti di custodia cautelare in carcere per i responsabili ma ne e’ anche derivata una più ampia ed approfondita investigazione, con la correlata emissione di misure restrittive, verso soggetti appartenenti ad ambienti criminali coinvolti nel traffico di stupefacenti e nella commissione di gravi reati contro la persona, gravitanti nel quartiere di “Praia” ed indubbiamente connotati per la loro pericolosità testimoniata dal possesso di armi clandestine, poi sequestrate nel corso delle operazioni”.
“Ancora di più evidenzio che in varie circostanze la squadra mobile ha operato due arresti per stalking ed un arresto per violenza sessuale continuata sul luogo di lavoro, dando anche esecuzione alla misura del divieto di avvicinamento a carico di un soggetto responsabile di atti persecutori. Ciò a dimostrazione che abbiamo tenuto altissima la guardia nei confronti dell’odioso fenomeno della violenza di genere, sia con l’azione investigativa sia con l’utilizzo in funzione preventiva del prezioso strumento dell’ammonimento”.
“Tornando ai dati, hanno registrato un’impennata significativa i servizi di front office nel settore amministrativo e dell’immigrazione. Credo doveroso spendere qualche parola sul tema dei passaporti, sicuramente per chiedere scusa a tutti coloro che hanno dovuto cimentarsi per mesi con l’agenda elettronica, divenuta una sorta di lotteria per l’esiguità dei posti giornalmente resi disponibili ed il numero straordinario di utenti collegati. Voglio invece rassicurarvi che, pur con i tempi che ha richiesto una riorganizzazione non semplice, abbiamo imboccato una strada che mi auspico risolutiva. Abbiamo raddoppiato l’organico assegnato per incrementare almeno del 200% la performance dell’ufficio. contiamo di passare al 31/12/2023 da un numero standard di 5000 passaporti consegnati cui la questura si attestava annualmente prima dell’emergere della criticità ad un target di 13.000 titoli rilasciati, smaltendo completamente l’arretrato dei due anni di covid ed il sovrannumero determinato dalla brexit. Ritengo verosimile una svolta che già entro l’estate riduca l’enorme pressione di richieste di accesso allo sportello per tornare in autunno alla fisiologia del sistema. A questo risultato contribuirà anche la preziosa collaborazione di 13 comuni della provincia che grazie all’impulso dato da prefetto e presidente della provincia, ed alla disponibilità dei sindaci interessati, metteranno a disposizione i loro uffici per gestire un canale di prenotazione riservato e parallelo all’odiata agenda elettronica, validando e legalizzando nel contempo la documentazione”.