Le sei persone, tutte dimoranti ad Asti, sono ritenute responsabili di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine in abitazione, in particolare in danno delle persone anziane. L’operazione, di poco successiva a quella portata a termine la scorsa settimana nel torinese sempre dal Nucleo Investigativo, riguarda un altro gruppo di “truffatori”, i quali pur portando a termine i reati con le stesse modalità del primo, operavano in modo assolutamente autonomo e indipendente dal precedente.
Gli arresti sono avvenuti ieri: i Carabinieri dal Nucleo Investigativo di Asti sono stati supportati da personale del 1° Reggimento “Piemonte” di Moncalieri, da un’unità cinofila per la ricerca di armi ed esplosivi di Volpiano e dai militari delle Compagnie di Asti, Villanova d’Asti e Canelli.
Come spiegato dal Tenente Armando Laviola, si tratta di un’attività complessa, sviluppata tra gennaio e aprile 2023, partendo da un fatto avvenuto a Costigliole d’Asti. In totale sono stati rilevati 18 episodi criminosi in Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna. Si stimano proventi per 100mila euro.
Le indagini, attraverso numerosi servizi di pedinamento e osservazione, analisi dei filmati di videosorveglianza sulle vie di comunicazione e nei centri frequentati dagli indagati, riconoscimenti fotografici e attività tecniche, nonché escussione delle vittime direttamente al proprio domicilio, hanno permesso di identificare i sei presunti autori dei reati commessi con la tecnica del “finto addetto dell’acquedotto”.
In pratica i soggetti arrivavano a casa degli anziani, si qualificavano come tecnici dell’acquedotto con pettorine catarifrangenti, tesserini contraffatti, e simulavano un malfunzionamento impianto idrico o una contaminazione dell’acqua. La banda convinceva gli anziani a porre gli ori nel frigo, nell’attesa di completare il ripristino della funzionalità dell’impianto. Allontanati gli anziani con una scusa, si impossessavano di preziosi e denaro e fuggivano a bordo di una Mercedes GLA o di un’Audi A3, entrambe di colore scuro e dal motore molto potente. Vetture intestate a prestanomi, con targhe contraffatte che eludevano le telecamere del territorio.
In tredici dei diciotto eventi per cui si procede, è stato contestato il reato di rapina aggravata, in quanto gli indagati, durante l’azione criminosa, utilizzavano sostanze urticanti (sostanze alla capsaicina o simili) i cui effetti aggravano lo stato di vulnerabilità delle vittime.
Ieri sono state effettuate anche diverse perquisizioni in abitazioni nella loro disponibilità ed impiegate dagli indagati come ricovero “sicuro” delle autovetture e degli strumenti utilizzati per perpetrare i reati. Tra le altre, sono stati sequestrate 7 bombolette spry urticanti, ricetrasmittenti, tesserini falsi e persino un manoscritto riportante le frequenze radio delle centrali operative dell’arma sul territorio nazionale”.
L’indagine è in corso.