In seguito alle recenti normative messe in atto dalla Regione Piemonte rispetto alla circolazione dei veicoli più inquinanti, l’Associazione culturale Asti LAB ha inviato una nota stampa che pubblichiamo integralmente.
È nei momenti di emergenza che una comunità democratica deve dimostrarsi tale.
“Emergenza” forse non è il termine più appropriato, dato che ci avviciniamo al quinto autunno di questa amministrazione regionale, e che i problemi di inquinamento legati al traffico non sono una novità del 2023. Ma non ci soffermiamo su questo.
Con la decisione di vietare il transito ai veicoli diesel fino agli euro 5, la Regione Piemonte vuole chiaramente evitare nuovi provvedimenti di condanna da parte della Corte di giustizia europea, oltre a tentare di scalzare Asti e Alessandria dalla lista delle 10 città italiane con la peggiore qualità dell’aria, e questo è un obiettivo encomiabile.
Se la migliore qualità dell’aria è un beneficio per tutta la cittadinanza, purtroppo però i costi di questa misura vanno chiaramente a pesare sulle fasce più deboli. Più deboli per reddito, che quindi non hanno le risorse per permettersi l’acquisto di un nuovo veicolo o di un’auto elettrica. Più deboli fisicamente, che per età o per altre condizioni non hanno la possibilità di spostarsi a piedi o in bicicletta. E, ancora una volta, si crea una frattura tra il centro e la periferia, tra la città e le sue frazioni.
Tutto questo perché la nostra Regione e in egual modo la nostra Città, a dispetto dei molti appelli e proclami in direzione di una mobilità sostenibile, non possono prescindere dalla mobilità veicolare. E i frammenti di pista ciclabile comparsi negli scorsi mesi nel concentrico astigiano non paiono essere una soluzione.
Le linee guida per la variante generale al piano regolatore recentemente approvate dal Consiglio Comunale dicono che “dovrà orientarsi verso una città pedonale […] in coerenza al Piano Urbano del Traffico”. Senza un sistema di trasporto pubblico efficiente e capillare, questo sembra un obiettivo difficilmente raggiungibile. Servono però investimenti importanti, e soprattutto una pianificazione seria e a lungo termine da parte delle amministrazioni comunale e regionale, per una soluzione strutturale e permanente.
Ci auspicheremmo infine, focalizzandoci sul nostro livello locale, che il sindaco (di colore politico uguale alla Regione) si opponesse, naturalmente nei modi e nei tempi possibili, alla direttiva regionale, in maniera simile a quanto fatto dal collega alessandrino.
Associazione culturale Asti LAB