Nocciole, mosto di uva Freisa e miele, tra i prodotti tipici della Valtriversa, costituiscono gli ingredienti principali del Biscotto del Mastodonte: dopo mesi di prove per definire la ricetta, il nuovo dolce, dal gusto originale, ha preso forma.
A degustarlo per primi i sindaci del Distretto del Mastodonte che promuove il progetto nell’ambito delle attività a sostegno del commercio di vicinato in quattordici comuni: Baldichieri, Cantarana, Castellero, Cellarengo, Cortandone, Dusino San Michele, Ferrere, Maretto, Montafia, Monale, Roatto, San Paolo Solbrito, Valfenera, Villafranca (capofila).
La ricetta è frutto di un lavoro di squadra che ha visto come artefici Claudia Assoro, chef, Vincenzo Gerbi, già professore ordinario di Scienza e Tecnologia degli Alimenti alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, e Danilo Machetti, ristoratore in pensione.
Dopo la degustazione riservata ai primi cittadini, il biscotto è stato presentato di recente ai pasticceri e panettieri del Distretto (partner stabili dei quattordici Comuni sono Confcommercio Asti e Confesercenti Alessandria). Sedici, compresi alcuni titolari di agriturismi e aziende agricole che fanno prodotti in proprio, quelli che hanno espresso interesse a prepararlo, sperimentando la ricetta e impegnandosi a sciogliere la riserva il 31 ottobre, quando saranno riconvocati dal manager di Distretto Giovanni Fontana in Municipio a Villafranca.
A nome dei primi cittadini della Valtriversa, spiega il sindaco Anna Macchia (Villafranca): “Il Biscotto del Mastodonte racconta il territorio e lo sforzo del Distretto per promuovere, anche in modo originale, il commercio locale. Lo si potrà acquistare dall’inizio di dicembre, pronto per le festività natalizie: dopo il 31 ottobre renderemo note le attività che lo produrranno e lo venderanno. Il Distretto crede in questo progetto e sosterrà la fase sperimentale con fondi propri, fornendo gratuitamente una parte delle confezioni, provviste di un apposito logo identificativo, e le vetrofanie da applicare in vetrina“.
Per ora ricetta, forma e peso rimangono segreti; con una specifica variazione il biscotto potrà essere consumato anche dai celiaci.
Perché il nome Biscotto del Mastodonte? “Un modo facile – dicono i sindaci – per ricordare la radice paleontologica del nostro territorio e per contribuire alla valorizzazione dei fossili, obiettivo contenuto nel Piano di azione del Distretto“.
Quest’ultimo guarda a un ampio consumo del dolce e suggerirà a b&b e agriturismi di inserirlo nelle colazioni così come lo proporrà a ristoranti, per dare un tocco di ulteriore tipicità sui tavoli a fine pasto, bar e negozi alimentari dei quattordici comuni.
La promozione del nuovo prodotto, inoltre, riguarderà gli eventi principali dei singoli paesi: il Biscotto del Mastodonte si potrà gustare anche in quelle occasioni.