Bimbi in affido maltrattati, l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte: “Seguiamo con attenzione ma non si facciano generalizzazioni”

TORINO – La Procura della Repubblica di Torino sta indagando in merito a una notizia di maltrattamento a opera di genitori affidatari nei confronti di minori messi in protezione dalla loro famiglia.

Antonio Attinà (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) dichiara: «L’Ordine Assistenti sociali del Piemonte segue con attenzione la vicenda e sta avviando tutte le necessarie procedure per accertare se vi siano responsabilità sotto il profilo disciplinare da parte di professionisti assistenti sociali iscritti all’Albo piemontese eventualmente coinvolti».

L’invito a media e politici dei professionisti dell’aiuto è quello però di non fare generalizzazioni che danneggiano inevitabilmente l’intera comunità professionale e minano la fiducia dei cittadini verso i servizi sociali e, più in generale, le istituzioni.

«Abbiamo piena fiducia nella Magistratura – prosegue Antonio Attinà -. Respingiamo con forza qualsiasi tipo di generalizzazione tesa ad addebitare all’intera categoria degli assistenti sociali comportamenti scorretti o condotte illegali nei confronti dei cittadini. Il rischio reale, e assolutamente da evitare, è quello di minare ulteriormente la fiducia delle persone nei confronti delle istituzioni. Creare diffidenza verso i servizi vuol dire arrestare i percorsi di aiuto verso i più fragili e alzare il livello della tensione sociale. Leggiamo che all’origine della messa in protezione dei minori ci sarebbero state condizioni economiche difficili e una violenza sessuale. Sono due elementi da non mettere insieme. È doveroso, ancora una volta, ricordare che la legge nazionale vieta di allontanare i bambini a causa di povertà e indigenza. Può accadere che in un contesto fragile dove sono presenti abusi, maltrattamenti o gravi mancanze educative e affettive ci sia anche un problema economico, ma questo non è mai la causa dell’inserimento del minore fuori famiglia».

Attinà conclude: «Il sistema piemontese di sostegno alle famiglie e di tutela dei minori è sempre stato un modello positivo e di riferimento per altre realtà italiane. Compiere azzardate e non comprovate analogie con altre vicende accadute altrove ci sembra una semplicistica modalità di strumentalizzazione delle informazioni. Presso i Servizi della città di Torino operano professionisti competenti e di lunga esperienza, proprio nel loro rispetto e soprattutto a tutela dei cittadini che a loro si rivolgono, accerteremo con ogni mezzo a nostra disposizione eventuali responsabilità per quanto di nostra competenza».

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