A coordinarlo il Prof. Enrico Cico, in dialogo con Roberto Gatti, docente di filosofia e storia, Giorgio Gardino Colonna, studioso di esegesi ebraica e Simone Vaccaro, studioso di filosofia contemporanea.
Il punto di partenza è la recente pubblicazione del libro di Mosè Maimonide “Norme sui fondamenti della Torà” (edito da Giuntina, con prefazione del Prof. Roberto Gatti), un piccolo ma denso testo costituisce il testo inaugurale del Mishné Torà, l’innovativo codice halakhico di Maimonide. Prima di intraprendere la sistematizzazione dei precetti della tradizione ebraica, l’autore vi espone i criteri e le linee guida di questa operazione. Si tratta di impiegare idee della filosofia greco-araba applicandole all’ebraismo, nella profonda convinzione (così come si esprime Averroè, concittadino e contemporaneo del Rambam) che “la verità è una e da tutti i lati concorda con se stessa”. In questo modo, però, non è solo Gerusalemme a mutare. La stessa Atene cambia di segno, finendo con il diventare, proprio grazie all’ebraismo, una sorta di amore intellettuale nei confronti del Dio ineffabile. Un libro dunque in cui si esprime la doppia fedeltà di Maimonide verso l’ebraismo e la filosofia e che propone una coesistenza tra queste due dimensioni che – per quanto difficile e precaria – risulta altamente creativa.
Mosè Maimonide è una delle personalità ebraiche di maggior spicco nella storia del pensiero filosofico medievale e nel campo della codificazione alachico-rituale. Conosciuto come Rambam, dalle iniziali del suo nome, Rabbenu Moshé Ben Maimon è nato a Cordova, in Spagna, nel 1138 ed è morto in Egitto nel 1204. Più tardi è stato sepolto a Tiberiade. La Giuntina ha già pubblicato il suo trattato Gli otto capitoli. La dottrina etica, Ritorno a Dio. Norme sulla Teshuvà e Norme di vita morale. Hilkhòt De’ot.
L’incontro è organizzato dalla Biblioteca Astense in collaborazione con Cepros e ISS Vittorio Alfieri. Ingresso libero.
La storia, qualunque storia, ha un inizio, ma quando finisce?
La storia dei De Benedetti, provenienti dalla Spagna in conseguenza del decreto di espulsione per volontà della Regina Isabella d’Aragona a fine 1400, si configura ad Asti a partire dal 1630 – 1640. Per due secoli vissero nell’esclusione per le leggi antiebraiche. Conquistarono parità giuridica solo nel 1848 in conseguenza dello Statuto Albertino e a pieno titolo diventarono protagonisti nella storia prima del Regno d’Italia e poi in età repubblicana.
In quanto ebrei furono vittime delle persecuzioni razziali nazifasciste.
I sopravvissuti continuarono a sviluppare professionalità ispirate a valori spirituali, etico-culturali al servizio del bene comune, sì da far considerare necessario non solo il diritto di esistere, ma la necessità di esistere perché necessario al mondo.
La diaspora non solo dei De Benedetti, ma degli ebrei del Piemonte Sud è una tradizione, una religione che si esprime con un proprio rito detto Appam, una storia collettiva, una cultura di grande spessore con periodi di alto e basso profilo.
Le cose importanti sono accadute e accadranno, anche se in questi ultimi anni si sono affievolite in coincidenza della morte di PDB (2016).
Ma la spiritualità e la cultura ebraica sono in condizione di riprendere vigore.
Gli astigiani, che hanno memoria, provano riconoscenza e gratitudine.
I De Benedetti, figure di grande valore espresso nelle loro professionalità, attraverso Paolo e Maria hanno voluto testimoniare attaccamento a questa città e al suo territorio. Quasi “a restituzione ” di tutto quello che hanno avuto, hanno creato il Cepros (Centro per la Promozione delle Opportunità di Socializzazione “Ettore e Teresa De Benedetti “) a metà degli anni 70 del secolo scorso. Per circa quarant’anni hanno operato per offrire percorsi formativi, rivolti in modo particolare al mondo scolastico e socio-sanitario, mantenendo sempre vivo il dialogo tra soggetti diversi, con particolare attenzione al rapporto tra ebraicità e cristianità.
Se pur senza sede, ma non sarà per sempre, in questi anni, sulla base di un lavoro culturale e spirituale, il Cepros, che non finisce e sa coniugare spirito e prassi concreta, si sta rinnovando.
Ha espresso un nuovo Direttivo, composto da:
Presidente: Gian Michele Amerio
Vicepresidente: Giorgio Gardino Colonna
Direttore: Alberto Ercole.
Si avvale dei Soci attraverso il gruppo “Amici del giovedì” che elabora e promuove progetti e iniziative.
Il primo evento è programmato per domenica 7 maggio alle ore 17 presso la Biblioteca Astense.