Il professionista, attualmente cancellatosi dall’albo professionale, è accusato di falso ideologico e materiale ed è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari di Asti.
Indagate altre 35 persone che avrebbero usufruito dei predetti certificati senza aver mai effettuato il prelievo oro faringeo (tampone) necessario per attestare il mancato contagio da virus Covid-19. L’inchiesta ha portato anche al sequestro di 21.000 euro quale compenso illecito percepito dal medico per rilasciare le certificazioni.
In base a quanto accertato dai finanzieri astigiani, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Asti, il medico indagato, utilizzando le credenziali di accesso al sistema informatico dell’Asl di Asti di due altri colleghi (che avevano volontariamente concesso la password), ha effettuato 1404 tamponi a nome di altri medici integrandosi così l’ipotesi di cui all’art. 476 c.p. (falso materiale). Il medesimo professionista ha certificato l’effettuazione di 250 tamponi senza averli mai effettivamente seguiti in favore di 35 soggetti, tutti indagati per falso ideologico unitamente al medico, e con la cooperazione attiva di una farmacista la quale consegnava green pass base falsi dietro compenso.
Il guadagno illecito acclarato complessivamente ottenuto ammonterebbe a 21.120 euro.
L’operazione è scaturita dall’esito di alcuni controlli sull’obbligo del possesso del green pass operati nell’inverno scorso dalle Fiamme gialle di Asti nei confronti di talune lavoratrici/figuranti in un locale di intrattenimento cittadino.