ASTI – Questa mattina in Prefettura è stato sottoscritto il Protocollo (il primo in Piemonte) d’intesa per attività in favore di richiedenti asilo affetti da disagio psichico.
Il documento vede il coinvolgimento di Prefettura, Asl e i Centri di accoglienza dei migranti.
“Nella pubblica amministrazione ci sono anche le buone pratiche, come questa Quando si decide di lavorare in sintonia e di fare squadra, gli obiettivi si raggiungono”, ha detto il prefetto Claudio Ventrice.
“Le persone che vengono ospitate nel nostro Paese arrivano da lontano, scappano dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla povertà, dalle dittature. Per otto anni sono stato presidente della commissione richiedenti asilo, ho ascoltato centinaia di persone provenienti dal pakistan, dalla nigeria, dal Senegal e da altre parti del mondo, giunti in Italia dopo percorsi lunghissimi e tragici. Persone obbligate a passare dalla Libia, dove si sono viste portare via tutto, dove hanno subito violenze.
Persone vulnerabili e con problemi psicologici derivati da questi tragici percorsi di vita che resteranno indelebili nella loro mente. Con questo protocollo intendiamo dar loro una mano”.
“Un Paese come l’Italia e una città come Asti devono interpretare veramente il significato dell’accoglienza, che non vuol dire dare da mangiare e un letto per dormire. L’accoglienza è anche preoccuparsi della salute mentale dei migranti, preoccuparsi di inserirli nella società attraverso un lavoro, preoccuparsi di far imparare loro l’Italiano. Oggi facciamo un primo passo”.
Il protocollo prevede che i responsabili dei CAS (centri accoglienza straordinaria) comunichino alla Prefettura la presenza di persone con disagio psichico. Se il soggetto dà il consenso alle cure, la Prefettura contatterà il Dipartimento Salute Mentale dell’Asl. “Curare queste persone significa anche ridurre problemi di ordine pubblico dentro e fuori i centri di accoglienza”, ha aggiunto Ventrice.
Il direttore generale dell’Asl, Flavio Boraso, ha aggiunto: “Vedere realizzate le cose fa sempre piacere. Questo protocollo con una grande valenza etica. Accogliere riguarda il prendersi cura e prendere in cura. Ho scoperto un ‘sistema Asti’ dove si lavora tutti insieme almeno a provarci. Penso ai grandi progetti sociali che ci sono in provincia di Asti per raggiungere gli obiettivi, e dove c’è un volontariato con potenza senza limiti”.
Oltre alla Prefettura e all’Asl At, a sottoscrivere il protocollo sono stati i responsabili dei CAS: Beppe Amico (Caritas), Alberto Mossino (Piam), Stefano Radin (Codeal), Tullio Marino (Agathon), Elisabetta Serra (B.M.A.), Domenico Martino (Cooperativa L’Elica), Zaradji Zoukikha (Sanitalia).