Asti Pride, Coppo: “Non si può dare il patrocinio a una manifestazione di parte”

Il vicesindaco Marcello Coppo interviene attraverso una nota stampa sul tema dell’Asti Pride 2022.

“Ci sono argomenti che poco importano alla cittadinanza ma che trovano molto spazio sui giornali e uno di questi è l’Asti Pride, molto capace a travestirsi da vittima. Ribadendo la posizione già più volte espressa in passato, il problema non è la manifestazione in sé, perché tutti sono liberi di manifestare. Il non senso è il patrocinio che non può essere dato a una manifestazione di parte, a una organizzazione che porta avanti una ideologia, quella gender, che nulla ha a che fare con la lotta alle discriminazioni ma che anzi ne porta avanti delle nuove, utero in affitto e terapie ormonali ai minori in primis”, si legge nella nota.

 “Una richiesta di patrocinio, ove venga pretesa pure l’adesione totale a tutte le istanze, comprese quelle più bizzarre, riteniamo non possa essere accolta neanche da chi votò a favore, questo anche solo per onestà intellettuale”, continua Coppo. E ancora: “L’eventuale patrocinio non potrebbe che essere come quello del 2019 e quindi di pura facciata, in quanto, nemmeno chi diede il voto favorevole allora, ne condivideva appieno le idee. Un voto favorevole quindi figlio della sudditanza culturale e del racconto falsato dal mainstream, del timore di essere additati come omofobi”.

Il vicesindaco sostiene che “il centrosinistra pare compatto nell’adesione all’Asti Pride e questo lo vediamo poco serio da parte dell’area cattolica di sinistra che, pur riconoscendosi in idee alternative alle nostre, ha come noi l’idea che siano insensate la pratica dell’utero in affitto, delle cure ormonali ai minori o l’identità di genere a giornaliero capriccio etc”.

Coppo sul punto patrocinio non è d’accordo con il sindaco, ma concorda con lui sul fatto che il percorso della manifestazione debba essere scelto dando il minor disagio possibile.

Infine, sul tema del sottopasso, Coppo scrive: “mentre “Sole che sorgi” non avrebbe avuto alcun problema a condividere lo spazio, dipingendo il tricolore, è stato l’Asti Pride a dimostrarsi intollerante e discriminatorio nei confronti di chi ha idee diverse e pure della bandiera italiana, anche questo è un fatto che dovrebbe far riflettere molto sulla deriva autoritaria di certa intellighenzia internazionalista globalista arcobaleno”.

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