ASTI – La Festa dei Popoli cresce e si arricchisce sempre di più. Quest’anno non si tratta, peraltro, di una manifestazione isolata, bensì dell’evento capofila che corona il Festival dei Popoli, i cui appuntamenti hanno arricchito il settembre astigiano dal 23 al 30. Immutato resta, invece, il grande potere di sintesi tra le molte anime che nutrono la Festa dei Popoli fin dall’inizio. Si mantiene, infatti, aperta non solo ai connubi tra comunità etniche ma anche all’unione di spettacolo e preghiera, esibizione ed introspezione, gioia e dolore condivisi. Tutti gli opposti sembrano trovare un loro spazio di espressione e superamento all’interno della suggestiva cornice offerta da Piazza Cattedrale. A questa meta centrale per lo svolgimento della Festa le diverse comunità giungono attraverso una sfilata per le strade cittadine partita dal CPIA già anche prova di cooperazione gioiosa e sopportazione delle fatiche di un cammino sotto il sole a picco. Davanti al Duomo, dai quattro continenti, in ordine di apparizione, si raccolgono rappresentanze astigiane di: Gambia, Ghana, Nigeria, Senegal, Somalia, Brasile, Colombia, Ecuador, Nicaragua, Perù, Repubblica Dominicana, Afghanistan, Filippine, Pakistan, Thailandia, Albania, Moldavia, Ucraina e Italia. Grande assente annunciato è il Marocco, a causa della recente tragedia che ha colpito i connazionali rimasti in patria. La piazza si stringe nel ricordo di queste e delle molte altre vittime innocenti sparse per il mondo, come, ad esempio, sull’ancora insanguinato suolo ucraino. Di questa piazza meravigliosamente vitale e multicolore colpisce infatti forse anche la capacità di condividere in un sol giorno e con un’anima sola un intero caleidoscopio di emozioni che da solo sembra riassumere quasi tutto l’umano. Sopra il palco invisibile individuato al possente fianco della Cattedrale si alternano, difatti, con le manifestazioni artistiche più spensieratamente vitali storie toccanti che aggiungono sempre nuovi tasselli alla prospettiva sul Mondo di ognuno. In tutti i contributi, a ben osservare, vibra, ad ogni modo, una comune speranza capace di illuminare anche gli scenari più tetri. Perfino nelle tenebre, non si perde mai il filo della luce, forse lo stesso che ha condotto salve tante persone attraverso le disavventure spesso drammatiche e il dolore ineliminabili da ogni storia di migrazione. È, poi, quasi all’imbrunire, in una Piazza del Duomo soavemente tinta dal tramonto, che, prima della cena condivisa presso il Foyer, speranza e senso di comunione fraterna ardono alla massima intensità nella preghiera interreligiosa. Quest’ultima è una rara occasione di osservare o vivere per un attimo la spiritualità anche attraverso simboli poco familiari, lasciandosi ispirare dall’infinito potenziale delle tradizioni attorno a noi, ciascuna con le proprie ricchezze tutte da scoprire.
La ‘barca della speranza’ del Castigliano alla giornata dei Popoli
Ad aprire la multicolorata e multietnica sfilata, una delegazione di studenti dell’istituto con la bandiera del Marocco, grande assente, in lutto per il dramma che l’ha colpito, ma ‘presente nel cuore di tutti’ come ha ricordato commossa una studentessa.
La ‘barca della speranza’ è stato quest’anno il simbolo dell’attività che il Castigliano svolge per promuovere il processo di conoscenza e di integrazione. Una barca che racconta storie di fughe dalla guerra, dalle persecuzioni e di viaggi della speranza
In una scuola sempre più multietnica spesso ben poco si conosce del compagno che ci siede accanto e che arriva da lontano, si è spesso indifferenti e ci si lascia condizionare da stereotipi che corrono sui social.
Affinché la scuola sia una palestra dove si impara a conoscersi, a condividere, a superare il muro dell’emarginazione, i ragazzi dello Sportello Studenti del Castigliano hanno pensato di realizzare un’antologia, dove chi è immigrato o figlio di immigrati potrà raccontare la sua storia, la storia del suo paese.
Storie spesso eguali che ci fanno riflettere, che ci fanno crescere, che fanno di una scuola di numeri una scuola di persone.
E in occasione della ‘Festa dei popoli’ gli studenti hanno scelto di leggere l’estratto di otto racconti che rappresentano viaggi della speranza, ma anche fughe da paesi devastati dalla guerra.
Si sono alternati sul palco allievi italiani e stranieri, si sono scambiati storie e bandiere, hanno espresso il desiderio che i loro sogni si avverino, perché non ci sono frontiere tra cittadini del mondo.