Ad Asti nei giorni scorsi un incontro di Toponomastica femminile sul valore dei diritti e della memoria delle donne

Relatrice dell’evento è stata Giovanna Cristina Gado
Giovanna Cristina Gado con Marida Faussone

ASTI – Nell’ambito del ciclo di conversazioni “I segreti delle arti” promosso dalla Fondazione Eugenio Guglielminetti, presieduta da Marida Faussone, in collaborazione con Fondazione Asti Musei, Comune di Asti e Provincia di Asti, nei giorni scorsi al Polo Didattico di Palazzo Alfieri si è svolta una conversazione dal titolo “Toponomastica femminile per il valore dei diritti e della memoria delle donne”.

La relatrice Giovanna Cristina Gado, già segretaria comunale generale, referente dell’Associazione “Toponomastica femminile”, ha delineato il significato e la valenza della Giornata internazionale dei diritti delle donne dell’8 marzo, una ricorrenza storica ed   emblematica lungo il cammino della conquista e dell’evoluzione dei diritti femminili.

All’incontro ha partecipato un folto pubblico, tra cui rappresentanti delle associazioni femminili e del volontariato, esponenti dell’amministrazione comunale e provinciale, che hanno espresso grande interesse e apprezzamento all’ampia e articolata trattazione della tematica:

– dalla legislazione a disciplina della toponomastica e dell’odonomastica, alla peculiarità della ponderazione della scelta del nome da attribuire alle vie, strade ed aree di circolazione;

– dal gap di genere impietoso nelle intitolazioni degli spazi e dei luoghi pubblici, rilevato dal censimento nazionale toponomastico delle strade condotto a partire dal 2012, da “Toponomastica femminile”, presieduta da Maria Pia Ercolini, alla grave discriminazione di genere che esso rappresenta, poiché la quantità di vie dedicate alle donne risulta irrilevante in proporzione a quella maschile e al totale della toponomastica italiana, in quanto irrilevante è ritenuto il loro ruolo e il loro lavoro, anche quando importante e innovativo, anche quando riconosciuto a livello internazionale e diffusamente studiato;

– dalla mancanza, ancora oggi, di azioni e politiche pubbliche incisive ed efficaci a garanzia dei diritti delle donne, dell’equità e della parità di genere-diritto umano fondamentale, nonché a garanzia del rispetto degli stessi Principi Costituzionali fondamentali di pari dignità sociale, di uguaglianza sostanziale, senza distinzione di sesso e di libertà, all’ingente opera di sensibilizzazione che l’Associazione Toponomastica femminile mette in campo attraverso molteplici attività didattiche e culturali volte a coinvolgere la scuola e la cittadinanza, iniziative, progetti, ricerche, pubblicazioni, mostre documentarie, convegni, campagne e proficue forme di collaborazione con atenei, centri studi, istituzioni, associazioni, gruppi di ricerca, testate giornalistiche e amministrazioni comunali;

– dal valore identitario femminile che richiede l’uso di un linguaggio grammaticalmente corretto, non sessista, paritario e democratico anche nel formare il femminile delle professioni delle donne, al valore della memoria delle donne nelle intitolazioni toponomastiche attraverso la correttezza delle targhe che presentino le attività e i meriti delle donne celebrate;

 -dalla presentazione della campagna 2024 “8 marzo, tre donne, tre strade” di Toponomastica femminile, che ha avuto il patrocinio e il supporto dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), quale proposta  rivolta a Sindaci e Sindache d’Italia per celebrare concretamente la giornata dei diritti delle donne, alla consapevolezza che la riduzione del divario di genere nell’uso pubblico della memoria contribuisce a plasmare un nuovo volto, un volto comunale meno disparitario e più inclusivo e a tramandare un’altra storia.

 

 

 

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