ASTI – Questa mattina in Questura, alla presenza del Procuratore capo Biagio Mazzeo, del Questore Marina Di Donato e del dirigente della Squadra Mobile Marco Barbaro, sono stati svelati i dettagli di un’articolata attività che ha portato all’esecuzione di 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere per detenzione e porto di armi da fuoco e all’arresto in flagranza di un quinto soggetto (nel torinese) per detenzione ai fini di spaccio di cocaina.
I fatti precedenti
L’attività è il seguito delle indagini condotte nell’aprile 2022, quando vennero esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco nei pressi del triage del Pronto Soccorso cittadino. Il 2 marzo 2023 veniva eseguita una complessa attività di Polizia Giudiziaria da parte della Squadra Mobile di Asti, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, che portava all’esecuzione di 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP di Asti, nei confronti di Maxmillian Vettoretti, Angelo Palumbo, Salvatore Buttaci e Samuele Cestari, indiziati a vario titolo di gravi delitti commessi, anche in concorso, in relazione alla detenzione e porto illegale di armi da sparo, ricettazione di armi nonché per il reato di detenzione continuata a fine di spaccio di sostanza stupefacente.
Il Cestari era già detenuto all’epoca, in quanto arrestato nell’agosto 2022 in flagranza del reato di illecita detenzione di arma da sparo.
Contestualmente si svolgevano approfondite perquisizioni, disposte dal P.M. titolare delle indagini, all’interno del quartiere Praia che permettevano di porre in sequestro circa 2000 euro, mezzo chilo tra marijuana e hashish, 2 fucili a canne mozze, 1 pistola provento di furto, 1 ordigno pirotecnico illegale con effetti micidiali, 1 scooter rubato e 2 micro telefoni.
Il proseguimento delle indagini
Da tali rinvenimenti è proseguita l’attività investigativa che ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei 4 detenuti, circa le loro responsabilità, soprattutto attraverso le tracce biologiche genetiche rinvenute sulle armi da sparo e sull’ordigno micidiale artigianale.
Grazie alle minuziose e persistenti investigazioni sono inoltre emersi precisi elementi probatori a loro carico relativamente all’acquisto, la detenzione e il porto illegale di ulteriori armi da sparo e munizioni.
“Il quadro emerso si è rivelato particolarmente preoccupante facendo emergere l’intenzione ostinata di utilizzarle per compiere talune condivise azioni violente di vendetta a scopo intimidatorio nei confronti dei rivali al fine di contendersi gli affari illeciti nel quartiere Praia, attribuirsi una supremazia del territorio e ricambiare alcuni affronti subiti, divenuti questioni d’onore”, ha detto Barbaro.
“La carcerazione non è riuscita a porre un limite agli indagati – ha aggiunto – che dalle rispettive carceri hanno continuato a trattare affari illeciti funzionali al traffico delle armi e della sostanza stupefacente, comunicando con micro cellulari detenuti illegalmente, progettando le azioni ritorsive e giurando la realizzazione di attacchi mirati una volta liberi, non arretrando neanche con i processi in corso”.
La nuova complessa attività
Nella mattinata di ieri, a conclusione delle indagini condotte, è stata eseguita un’altra complessa attività di Polizia Giudiziaria da parte della Squadra Mobile di Asti, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, coadiuvata da personale della SISCO di Torino, del Reparto Prevenzione Crimine di Torino, dalle Unità Cinofile della Polizia di Stato di Torino Caselle e della Polizia Penitenziaria di Asti, che ha portato all’esecuzione di 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP di Asti, nei confronti dei 4 soggetti in parola, uno dei quali sottoposto agli arresti domiciliari e gli altri già detenuti.
In occasione delle misure sono state svolte approfondite perquisizioni in Asti e Torino, anche in alcuni istituti di detenzione piemontesi, disposte dal P.M. titolare delle indagini, che hanno permesso di porre in sequestro 34 grammi di cocaina, un proiettile, varia documentazione, alcuni cellulari e utenze telefoniche, nonché di trarre in arresto in flagranza un quinto soggetto per detenzione ai fini di spaccio di cocaina, tradotto al carcere di Torino.
Sulle condotte degli indagati sono ancora in corso ulteriori indagini.