ASTI – L’8 marzo, nell’ambito delle iniziative legate alla Campagna contro la violenza di genere “Questo non è Amore” in materia di stalking e violenza domestica, negli uffici della Questura verrà sottoscritto un protocollo a firma del Questore Dirigente Superiore della Polizia di Stato Sebastiano Salvo e la Croce Rossa Italiana – Comitato di Asti – per il Centro Anti-violenza “L’Orecchio di Venere”, nella persona del presidente e legale rappresentante pro tempore Stefano Robino.
Come noto gli autori di violenza spesso tendono a negare, a minimizzare i fatti e a costruire distorsioni cognitive per evitare sentimenti di colpa, di vergogna e di disistima, mentre è indispensabile per costoro poter riflettere sui fatti accaduti e sul concetto di violenza, accrescere la consapevolezza e la capacità di empatia, soffermarsi sulla propria adeguatezza educativa nella relazione con i figli anche per evitare la ripetizione dei fatti violenti.
Per tali ragioni il Centro Antiviolenza “L’Orecchio di Venere“, istituito presso la Croce Rossa Italiana – Comitato di Asti – che opera con costante sinergia con la Divisione Polizia Anticrimine e la Squadra Mobile della Questura, da alcuni anni ha ideato e organizzato il Progetto “Umano”, che svolge un percorso che si rivolge ai responsabili di violenza domestica, che possono aderire per accesso spontaneo, su invio informale (medici di base, servizi pubblici o legali etc.) o formale (istituzioni) al fine di prevenire il fenomeno della violenza domestica e di genere e dello stalking, attraverso l’accoglienza e la costruzione di percorsi personalizzati, avvalendosi di équipe di lavoro specializzate per ridurre le “recidive”.
La Questura di Asti inviterà per iscritto i destinatari di ammonimento per stalking/violenza domestica del Questore a contattare gli organizzatori del Progetto Umano, che offrirà gratuitamente (salvo i casi previsti dell’art.165 c.p.) un servizio volto a favorire la riflessione ed il cambiamento.
Si vuole consentire alla persona di cominciare ad interrogarsi sui propri agiti, nella convinzione che l’intervento di supporto, all’inizio della spirale della violenza, può maggiormente promuovere la prevenzione della recidiva.
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