ASTI – In corso il nuovo cartellone della rassegna “Le Sfide della Fede”, spettacoli ad Asti sulla tematica delle sfide della Fede e della cultura nel nostro tempo, promosso dal Teatro degli Acerbi e dall’Istituto Oblati di San Giuseppe Marello. “Sfide” tra ragione e Fede, tra l’uomo e Dio.
Dicembre è incentrato sulla riscoperta della leggenda del quarto Re Magio. L’Astigiano diventa terra che narra il Divino con gli occhi degli umili.
Parallelamente alla mostra in corso fino all’Epifania al Museo Diocesano San Giovanni “Il Vangelo delle Colline”, sabato 10 dicembre allo Spazio Kor alle ore 21 debutterà il nuovo spettacolo “Artabàn. La leggenda del Quarto Re Mago”, incontro poetico con l’artista di Casa degli alfieri Antonio Catalano, poeta della Meraviglia.
In scena i ricami poetici di Patrizia Camatel e le musiche dal vivo con la Banda Musicale Comunale di Portacomaro diretta da Matteo Ravizza.
L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti. Per informazioni: 3518978847.
“Quattro erano i tre Re Magi”, recita un’antica formula ripetuta come un mantra tanti anni fa dal papà sarto dell’antropologo astigiano Piercarlo Grimaldi.
E allora perché il quarto ha mancato l’appuntamento con gli altri a Betlemme, per adorare il Bambinello? Che strada avrà imboccato? E che doni portava con sé?
Domande che trovano una risposta nel dolce racconto di Antonio Catalano, poeta della Meraviglia e delle piccole cose, che rivela la vicenda del Mago Artabàn, intento a ricucire il mondo e ad inseguire stelle con la coda, in una giullarata a capitoli.
Si sta tutti insieme come in un’antica veglia ad ascoltare parole, magie, canti e lettere d’amore, viaggiando con il Mago sul suo dondolante cammello si faranno incontri inaspettati e indimenticabili, tra sorrisi e commozione, stupore e misteri dalla notte dei tempi.
E il Mistero dei Misteri, contenuto nei Vangeli, il Dio che si fa uomo, e come ogni uomo cresce, soffre e muore, è visto qui dal punto di vista dell’infanzia, del gioco, quel gioco grande che è la vita: poiché l’infanzia è il luogo della divinità, del sacro modo di stare al mondo.
Ed ora attenti bene, richiama più volte il Narratore Incantatore, aprite tutti orecchie e cuore per ascoltare la storia del Mago Artabàn, perché scoprirete che il Quarto Re Mago, quello che si è perso la Stella e la strada, che si è impolverato e ha consumato i sandali, che ha speso la vita a cercare, a imparare… a vivere, insomma… assomiglia proprio tanto ad ognuno di noi.
“Tutti aspettano la venuta di un Messia potente e glorioso, ma il Messia nasce dalla polvere della Palestina” diceva Roberto Rossellini.
L’Archivio della Teatralità Popolare, corpus di progetti e ricerche antropologiche e teatrali istituito da Luciano Nattino in seno alla Casa degli alfieri, opera da sempre a livello interdisciplinare per la documentazione e il recupero delle tradizioni popolari del proprio territorio, e dai primi anni Duemila ha contribuito alla rivivificazione di miti, feste, ritualità, figure folkloriche legate al paesaggio agrario monferrino, in sinergia con le comunità ove esse hanno avuto origine, tra queste: il Natale del pastore Gelindo, i carnevali dell’Orso e dei Selvatici, i canti di questua pasquale…
Grazie ad un approfondito lavoro di ricerca dell’antropologo astigiano Piercarlo Grimaldi, da sempre fautore e membro del comitato scientifico dell’Archivio, si è inaugurato dallo scorso anno un nuovo capitolo di lavoro intorno alla figura del Quarto Re Mago. Questo personaggio, che è protagonista di una vasta letteratura internazionale, rivela un legame territoriale con l’area di Langa e Monferrato, come attestato da alcune frammentarie testimonianze orali e iconografiche. La scarna storia che ci è pervenuta narra del Re Mago che ha smarrito la stella, ha vagato per trentatré anni impegnando la sua vita ad aiutare i poveri e gli oppressi, ed infine è giunto a Gerusalemme il giorno della Crocifissione. Un interessante impianto narrativo mitico, che unisce il Natale alla Resurrezione. A partire da queste tracce di memoria intrise di pietà popolare e da una bozza di copione a firma di Luciano Nattino, è in preparazione per il periodo natalizio 2022 una nuova narrazione, un incoraggiante “innesto” d’innovazione poetica sul contenuto tradizionale, che può contribuire a salvare dall’oblio e diffondere la conoscenza di questa figura, a partire dal territorio collinare che ne conserva l’eco.
L’intento di questa narrazione è di portala in spazi teatrali e di comunità (saloni, teatri comunali, piazze, luoghi della socialità, scuole, case di riposo…). ll progetto prevede inoltre che il testo venga affidato a livello nazionale a narratori dei luoghi, ciascuno sul proprio territorio d’appartenenza, coordinati e diretti dalla direzione artistica.
Nell’intenzione dell’autore e del team di ricerca che ha dato spunto alla scrittura, il testo intende stimolare e proporre un rito comunitario laico, innovazione nella tradizione, che possa coinvolgere tutte le generazioni (parlando a credenti d’ogni fede e a non credenti) e ricalcando particolari periodi dell’anno (Avvento e Quaresima) in cui i temi universali dell’incontro, dell’altruismo, dell’attesa e del viaggio sono centrali e possono essere incarnati perfettamente nel Quarto Re, arrivato in ritardo alla grotta di Betlemme, ma primo ad incontrare il Cristo risorto.
Il programma completo sui siti e social del Teatro degli Acerbi e del Comune di Asti.