L’Arma dei Carabinieri a tutela delle persone più fragili: nell’Astigiano quasi dimezzate le truffe agli anziani

Lino Banfi testimonial della campagna informativa nazionale volta a mettere in guardia gli anziani da criminali senza scrupoli
Il Tenente Colonnello Vittorio Balbo. Foto C.L

ASTI – Questa mattina 13 luglio al Comando provinciale dei Carabinieri di Asti, il Tenente Colonnello Vittorio Balbo ha incontrato i giornalisti per presentare la campagna di comunicazione nazionale avviata in questi giorni dall’Arma per contrastare il fenomeno delle truffe agli anziani, allo scopo di rafforzare la prevenzione e accrescere la funzione di rassicurazione sociale. Il Tenente Colonnello ha colto l’occasione per diffondere le attività messe in campo e i risultati conseguiti nell’ambito di tali reati nel nostro territorio astigiano.

Il Comando provinciale Carabinieri di Asti ha infatti dedicato negli ultimi anni grande attenzione e impegno nella tutela delle così dette “fasce deboli”, in particolare nel contrasto di quei reati in cui le vittime sono rappresentate da soggetti di età avanzata i quali, spesso, per loro natura sono più esposti all’azione dei malviventi. Il territorio provinciale, caratterizzato da estese aree agricole e centri urbani con popolazione ridotta, presenta una diffusione antropica estremamente polverizzata con una cospicua presenza di abitazioni isolate in cui gli anziani sovente sono soli per la maggior parte della giornata, risulta esposto al fenomeno delle così dette “truffe agli anziani”.

Per far fronte a questi odiosi reati, i Carabinieri astigiani hanno predisposto numerosi interventi sia da un punto di vista preventivo che sul versante investigativo-repressivo, con lo sviluppo di mirate indagini volte ad identificare gli autori di questi reati.

Nel primo settore, quello preventivo, sono da collocarsi i servizi di prossimità alle potenziali vittime, mediante l’organizzazione di numerosissimi incontri informativi (in totale 92 incontri) presso i luoghi di aggregazione comunali e parrocchiali posti in essere dai militari delle tre Compagnie astigiane, incontri che hanno riscontrato una notevole partecipazione della popolazione, a cui si è associato un adeguamento dei servizi perlustrativi preventivi (in particolare quelli “cascina per cascina” utili a raggiungere proprio quelle realtà abitative più isolate) realizzando quella virtuosa circolarità informativa che, oltre a rappresentare una fondamentale funzione di “rassicurazione sociale”, ha permesso di evitare quel sentimento di abbandono spesso provato dalle potenziali vittime.

 Per quanto riguarda l’attività investigativa, è continuato lo sviluppo delle attività di indagine da parte dei militari del Nucleo Investigativo, i quali, già nella seconda metà del 2013, avevano individuato e arrestato, tra Carmagnola (TO) e Asti, 10 persone dedite alla commissione di truffe agli anziani con la modalità del “finto addetto all’acquedotto”, attività che ha permesso di configurare giuridicamente la maggior parte di questi odiosi reati non come semplici “truffe”, ma vere e proprie rapine pesantemente sanzionate in sede processuale.

A riscontro di quanto appena esposto, indicativo è il dato statistico che caratterizza in controtendenza la nostra Provincia rispetto ad altre aree del Nord Italia: infatti, da un punto di vista numerico, la consumazione di questi specifici reati (c.d. “truffe agli anziani”) si è drasticamente ridotta con una flessione pari al 41,04%, con una scomparsa della truffa con la tecnica del “finto addetto all’acquedotto”, sostituita da altre truffe con modalità diverse, seppur con un’incidenza del fenomeno assai meno frequente.

In particolare si fa riferimento alle truffe telefoniche, in cui l’anziano viene contattato da una persona che con fare concitato dice di rappresentare un parente della vittima rimasto coinvolto in un incidente stradale. L’interlocutore, nel corso della telefonata, se da un lato rassicura l’anziano sullo stato di salute del parente, per contro richiede la consegna di una somma di denaro o gioielli allo scopo di sbloccare la situazione di stallo conseguente al sinistro.

La truffa si consuma con la consegna di quanto richiesto ad un preannunciato emissario, che spesso si presenta come dipendente di uno studio legale o, talvolta, come membro delle Forze dell’Ordine. Da un punto di vista giuridico questa modalità esecutiva, non essendo caratterizzata da una violenza sulla vittima, si configura come una vera e propria truffa i cui strumenti di contrasto, sia nell’ambito investigativo che in quello sanzionatorio, sono assolutamente meno efficaci che in caso di rapina, così come contestata negli episodi commessi con la modalità del “finto addetto all’acquedotto”. Da questa considerazione emerge ancora di più l’importanza di un’efficace attività preventiva.

L’Arma arruola un testimonial speciale: Lino Banfi

Un frame dello spot

Come detto all’inizio, l’Arma ha deciso di avviare una campagna di comunicazione diretta alla parte della popolazione maggiormente colpita da questo tipo di reati, allo scopo di rafforzare la prevenzione e accrescere la funzione di rassicurazione sociale. Il testimonial della campagna è il celebre attore Lino Banfi. La scelta del “Nonno d’Italia” è stata ispirata dall’esigenza e dal desiderio di avvicinarsi ancora di più agli anziani, con l’intento principale di trasmettere in modo diretto ed efficace consigli utili a tutelarsi dai raggiri. Nello spot, diffuso sulle piattaforme social dell’Arma e sui media, Lino Banfi e il Comandante di Stazione del quartiere in cui vive mettono in guardia gli spettatori dalle truffe.

Nel corso di un dialogo con il “suo” Comandante di Stazione, Banfi, con l’inconfondibile stile che lo contraddistingue, racconta di alcuni suoi conoscenti che hanno subito truffe, per poi lasciare la scena al Maresciallo dell’Arma che esorta il pubblico a prestare massima attenzione e a rivolgersi con fiducia ai Carabinieri chiamando il 112 N.U.E. Lo spot si conclude con l’invito a consultare il sito http://Carabinieri.it in cui sono illustrate le principali tipologie di truffe e come riconoscerle. Le tecniche adottate dai truffatori, infatti, per quanto subdole e fantasiose, hanno schemi ricorrenti: individuarli è il primo passo per difendersi.

Oltre a questa iniziativa, è stata realizzata una locandina che sarà affissa in tutte le caserme, nelle parrocchie e nei luoghi di ritrovo degli anziani, nonché un opuscolo pieghevole da distribuire ai cittadini. In maniera chiara e semplice, vi sono indicati i consigli per evitare di rimanere vittima delle truffe tra i quali: attenzione ad aprire la porta agli sconosciuti, diffidare dalle apparenze, limitare la confidenza su internet.

 

Protagoniste assolute della missione di rassicurazione sociale dell’Arma sono le Stazioni Carabinieri, che vivono le comunità, rappresentando punti di riferimento sempre presenti e affidabili.

 

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