Con la presente intendo segnalare la gestione, decisamente inadeguata e approssimativa, dell’area disabili all’esterno della Cattedrale in occasione della visita ad Asti di Sua Santità Papa Francesco. Nella speranza di trovare persone disposte ad ascoltare e non, come spesso succede, gente che si sente immune da critiche solo perché “ha lavorato”.
Io sono disabile in carrozzina e, con mio marito che mi accompagnava, ci siamo recati di buon’ora nell’area riservata. Siamo stati accolti da una gentilissima volontaria, che ci ha fatto prendere posto accanto alla transenna premurandosi di far sistemare al meglio le altre carrozzine accanto a noi via via che arrivavano. Ci ha detto però che, una volta entrato il Papa in chiesa, avremmo dovuto addossarci tutti (accompagnatori e disabili con relative carrozzine e girelli) alla parete della Cattedrale, dove erano state predisposte delle sedie. Il che ci ha lasciato perplessi fin da subito, visto che da quel punto era impossibile seguire la celebrazione sul maxischermo in fondo alla piazza. Il motivo? L’area in cui eravamo in quel momento doveva essere libera, perché era stata adibita a “corridoio per le emergenze” (!!!).
Le cose sono ulteriormente peggiorate all’arrivo di una funzionaria delle Forze dell’Ordine che, ben prima dell’arrivo del Santo Padre, ha fatto letteralmente ammassare tutti gli occupanti dell’area disabili contro la parete della Cattedrale, mentre la transenna dove eravamo prima veniva occupata da altri funzionari (ma non doveva essere lasciata libera per barelle e ambulanze?) che, all’arrivo del Papa, si sono ben guardati dallo spostarsi da dov’erano, lasciando agli ospiti dell’area una visibilità ridottissima rispetto a quanto stava avvenendo in piazza. Chi, come molti di noi, era seduto in carrozzina, il Papa lo ha visto poco o nulla, se non per un attimo, quando ci ha salutati prima di entrare.
Una volta entrato il Papa, noi e altri abbiamo (almeno) potuto seguire la celebrazione spostandoci nell’area del gazebo riservato alle ostie per le comunioni. Ci siamo successivamente accorti che, evidentemente, qualcuno si è reso conto della figuraccia fatta e ha cercato di mettere una toppa: le sedie, da addossate al muro che erano, erano state spostate a ridosso delle transenne (in pieno “corridoio per le emergenze”) per consentire agli altri ospiti dell’area di seguire la celebrazione dal maxischermo.
Infine, all’uscita del Papa, la regola del famoso “corridoio” magicamente non esisteva più: abbiamo cercato di assistere all’uscita del Papa dalla chiesa ammassandoci come potevamo sull’unica transenna rivolta da quel lato, potendo vedere praticamente nulla.
Insomma, quella che doveva essere una bella giornata si è trasformata in una situazione frustrante, che ci ha lasciato l’amaro in bocca e la netta sensazione che, come talvolta capita ancora oggi, noi e i nostri accompagnatori fossimo visti come “ospiti indesiderati” e “un problema da gestire”, quando tutto quello che chiediamo è di avere le stesse opportunità di tutti.