Anteprima Barbera 2022: tutte promosse le 20 Barbere d’Asti Docg

Il Direttore di Coldiretti Asti Diego Furia: “Abbiamo in mano la Ferrari dell’enologia: è tempo di osare di più”

ASTI – Tutte promosse, molte a pieni voti, altre con lode, le Barbere d’Asti Docg alla XXI dizione di Anteprima Barbera, organizzata al Mercato Contadino e all’EntocAmica di Campagna Amica giovedì 1 e venerdì 2 dicembre da Coldiretti Asti.

In degustazione, e sotto esame, 20 etichette provenienti da 7 diversi areali della provincia di Asti, col giudizio puntuale di Vincenzo Gerbi, professore ordinario di Scienza e Tecnologia degli Alimenti presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino.

A confermarsi sugli scudi è stata la Barbera D’Asti Docg di Agliano, alla quale è andata la massima valutazione A++ (nel 2021 A+++) per essere risultata “un vino modello a cui ispirarsi”. A ruota, con la valutazione A+, quelle di San Damiano d’Asti “tra un paio d’anni buona anche subito”, Montegrosso d’Asti “centometrista”, Sessame “che si meritata una pacca sulla spalla”, Vaglio Serra “ideale per l’invecchiamento” e il Nizza Docg di Nizza Monferrato “maratoneta”.  Un solo campione è finito in categoria B e un altro in B tendente all’A. Tutti gli altri in categoria A+, A e A-.

“Complessivamente, sono tutti vini di grande resilienza – ha sottolineato il cattedratico dell’enologia, ma a catturare la sua attenzione, in primis, è stata l’elevata gradazione alcolica attestatasi, dalla media dei 20 campioni, sui 15,1 di alcol effettivo % Vol.”.

In genere, il 2022 è risultato caratterizzato da un basso valore di Acido malico e da una carenza di sostanza azotata (30 di APA – Azoto Prontamente Assimilabile – contro il minimo di 150); necessario, dunque, allenare un po’ i lieviti, altrimenti, rischierebbero di non farcela contro i 15 gradi di alcol effettivo. Tutti i vini hanno un’intensità altissima di colore ma, essendo ancora grezzi, la valutazione non è stata incentrata sulla limpidezza, bensì su olfatto e gusto.

Entriamo nel dettaglio: il campione di Castagnole Lanze è una Barbera “scalpitante con ancora tante cose da dire”, mentre la Barbera di Nizza Monferrato con i suoi 2303 mg/L di flavonoidi non antociani (tannini), “previo qualche accorgimento, è ideale per l’invecchiamento”. Andando ad Agliano, invece, “oltre ai classici frutti, il campione riserva sentori vegetali e, complessivamente, risulta fresco e leggermente aggressivo”. Plausi all’enologo del campione di Montemagno definito “degno di allenare la Nazionale enologica rispetto ad una Barbera quasi miracolosa dal punto di vista degustativo, ma un po’ troppo alta di alcol effettivo (16,98% Vol)”.

“Leggera sensazione di frutta cotta all’olfatto e leggermente amara nel retrogusto” la Barbera di Castelboglione, mentre quella di San Damiano d’Asti è stata descritta: “intensità di profumo di caramella, bello e affascinante dal punto di vista dell’olfatto; corpo snello e piacevole, molto equilibrato e lunghissimo in bocca”. E’ risultata, invece, “avvolgente, morbida, dolce e in un cammino perfetto” quella di Mombercelli; così, invece, quella Castagnole Monferrato: “leggermente effervescente in bocca, un po’ pallida (226 mg/L di antociani malvidina) e alta di Ph (3,75)”.

Proseguendo a Canelli “la Barbera campionata deve la sua robustezza all’acidità totale che, attestandosi a 8,23 g/L risulta una delle più alte”.

“In bocca rotonda, bella e sapida con leggera sporcatura olfattiva per la giovane età” la Barbera di Costigliole d’Asti e “dal profumo leggermente aromatico e speziato dato dal territorio e nervo fresco e sferzante” quella di Albugnano. “Una Barbera “lec’” (sferzante); una centometrista con intensità di profumo inesauribile e perfetto da tutti i punti di vista” quella di Montegrosso d’Asti. E’ invece un “maratoneta da invecchiamento con ben 621 mg/L di antociani malvidina” il Nizza docg di Nizza Monferrato, mentre la Barbera di Agliano, per il secondo anno consecutivo, resta “un modello a cui ispirarsi con un’intensità di profumo fantastica, ciliegia, prugna e mela”.

“Sta, invece, camminando veloce” la Barbera di Albugnano, “quindi, da tenere in vasca ben chiusa e al fresco affinché non evolva troppo velocemente”. E’ risultata con un “gusto superlativo e un profumo leggermente ridotto con sapidità intensa e tagliente e riduzione da aprire leggermente all’ossigeno” la Barbera di Montegrosso d’Asti, mentre quella “urbana” di Asti è risultata “in bocca fresca e acidula, leggermente tannica e più nervosa, così, come influenzata dal terroir”.

Si è meritata la cosiddetta “pacca sulla spalla” la Barbera di Sessame per essere “dal profumo grato, caratteristico di frutta dolce e matura con caramella che ricorda anche un po’ la rosa, poi, leggermente tannica, con grande intensità e forte personalità”. Tra i descrittori di quella di Casorzo, poi, sono emersi: “rosa selvatica, nocciola tostata; inoltre: un po’ di zuccheri, ma fuori pericolo per aver già fatto la malolattica”.

Infine, “profumo perfetto con intensa ciliegia macerata e in bocca leggera tannicità capace di affrontare lungo invecchiamento” il Nizza docg di Vaglio Serra.

Queste, le conclusioni di Gerbi: “tutte Barbere interessanti, di media acidità e perfettamente equilibrate. Il consiglio è di non valicare i 15 gradi alcolici: non ne vale la pena, si rischia di diminuire le vendite e di venir criticati”. Il rimedio: “anticipare un po’ la vendemmia senza comprometterne la tannicità”.

Rispetto alla siccità, invece, due i suggerimenti di Gerbi: “portare un po’ d’acqua in vigna e, perché no, restituirla anche direttamente nel mosto”

Novità di questa nuova edizione di Anteprima Barbera, l’illustrazione dei dati medi delle passate Edizioni, a partire dal 2016, a cura di Secondo Rabbione, Direttore del Centro Studi Vini del Piemonte di San Damiano d’Asti, nonché vice Direttore Coldiretti Asti. Ad emergere, tra gli altri, la  media di 471 mg/L di antociani malvidina, con un interessante rapporto di tannini antociani pari a 3,8 (il più alto negli ultimi 7 anni).

“Anteprima Barbera, ogni anno, torna ad essere un appuntamento sempre molto atteso sia da parte dei viticoltori ed enologi sia dai giornalisti e winelover – ha apprezzato il Presidente Coldiretti Asti Marco Reggio. – Grazie al puntuale lavoro del Centro Studi Vini del Piemonte diretto da Secondo Rabbione, abbiamo a disposizione una banca dati molto preziosa che ci consente di capire da dove veniamo e dove stiamo andando; preziosa, poi, la consulenza del prof Gerbi, che da oltre 4 lustri ci accompagna in questo viaggio di scienza, conoscenza, esperienza, cultura e passione. Ed è con soddisfazione che, negli anni, abbiamo visto la nostra Barbera d’Asti docg crescere e migliorarsi tanto che, su 20 campioni, quasi il 90% è in categoria A, lasciando solo un campione in categoria B e uno dal B tendente all’A”.

“La Berbera d’Asti Docg è l’ambasciatrice d’eccellenza dell’intero territorio astigiano – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia; – un vino dalle grandi potenzialità in termini di comunicazione, promozione e valorizzazione del suo territorio; una denominazione camaleontica capace di vestire più abiti interpretando e incontrando i gusti e le attese dei winelovers, anche, i più esigenti. Tutto questo ci richiama, una volta di più, a grande responsabilità e ci sollecita ad osare di più con la consapevolezza di avere in mano la Ferrari dell’enologia”.

Tra i plausi, quelli del Sindaco di Asti e Presidente della Provincia Maurizio Rasero, del Presidente del Consorzio di tutela della Barbera d’Asti docg Filippo Mobrici e dell’Assessore Provinciale all’Agricoltura Davide Massaglia. Tra i presenti, anche il Presidente del Consorzio Agrario Nord Ovest e il sindaco di San Damiano d’Asti.

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