Andrea Ghignone interviene sul recente documento OMS (Europa) sul consumo di alcol

Il candidato astigiano PD: «Svolta proibizionistica che danneggia il vino italiano. Politica e Governo intervengano»

In un recente documento approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (sezione Europa) si evoca la diminuzione del consumo procapite dell’alcol del 10% entro il 2025 descrivendo, senza distinguere superalcolici da vino e bevande a basso tenore alcolico, il settore come estremamente dannoso per la Salute.

Andrea Ghignone, sindaco di Moasca nell’Astigiano, imprenditore viticolo, presidente di una grande cooperativa vitivinicola astigiana e candidato per il PD alle prossime elezioni Politiche del 25 settembre, stigmatizza lo spirito documento assicurando solidarietà alla filiera vitivinicola.

«Siamo alle solite – esordisce il candidato -. In nome di lobby anti alcol e di gruppi di presunti salutisti, ancora una volta il vino viene inserito nel calderone del “politicamente corretto” e additato come responsabile di dipendenze e di tutto quello che ne consegue».

Ghignone ricorda come da tempo il settore vinicolo abbia sposato la campagna di un consumo moderato e consapevole con azioni di promozione e propaganda, «ben prima di altri settori produttivi di massa» segnale e aggiunge: «Sono convinto, e con me molti esperti, che un eventuale proibizionismo non risolverebbe il problema. E neppure vorrei accennare a tutti gli studi scientifici che, ormai da tempo, indicano un consumo senza eccessi di vino come fattore di benessere e addirittura di controllo rispetto a patologie cardiovascolari. Qualcuno all’OMS sa cos’è il Paradosso Francese secondo cui un limitato consumo di vino rosso proteggerebbe arterie e cuore? Qualcuno all’OMS sa cos’è il resveratrolo, un elemento naturalmente presente nell’uva e quindi nel vino che, secondo ricerche medico-scientifiche, sarebbe responsabile di alcuni effetti positivi sulla salute? Evidentemente no».

«Infine – annota Ghignone – mi rattrista il silenzio attribuito ai rappresentanti europei, segnatamente quelli del Sud Europa (Italia in testa), rispetto a questo sciagurato documento. Ecco, almeno questo vorrei non ci fosse stato».

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