ASTI – Questa sera 14 febbraio, alle 21, al Diavolo Rosso di piazza San Martino ci sarà Andrea Biagioni con “Pranzo di famiglia”, il primo lavoro completamente in italiano dell’artista toscano, un disco che mescola con sapienza arrangiamenti e sonorità pop, folk e blues. L’album è un racconto autobiografico; ogni traccia rappresenta un momento della sua vita, racconta periodi chiave della sua crescita personale, passata attraverso momenti di fragilità emotiva e altri di gioia e risalita. Il live è a ingresso gratuito.
Dentro la Notizia ha raccolto le parole dell’artista.
Andrea, si è immerso nella musica fin da bambino. Chi le ha trasmesso questa passione?
Ho cominciato a dieci anni spinto da mia madre che voleva provassi a suonare il pianoforte perché, come mi ha sempre detto, “il pianoforte è il re degli strumenti”. Per qualche anno ho suonato leggendo la musica ma mi sono reso conto subito che volevo di più, che cercavo qualcosa che non fosse scritto da altri con quei puntini neri. Passavo gran parte della mia giornata a cercare, attraverso lo strumento, il “mio” modo di sentire la musica e di rappresentarla. Le canzoni e la musica sono sempre state molto presenti in casa mia, e credo di dovere tantissimo alla mia famiglia per avermi aiutato a conoscere e apprezzare quest’arte.
Come ha arricchito il suo percorso l’aver partecipato alla 10ª edizione di X Factor?
X-Factor per me è stata una sfida contro la paura e l’insicurezza, e quindi una grande vittoria. Oltre alla grande visibilità, mi ha regalato il rapporto che si è creato con Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo, che ancora oggi resta forte e sincero.
Che ricordo ha dell’esperienza a Sanremo giovani?
L’esibizione a Sanremo è stata talmente veloce che mi ricordo più la tensione pre-performance che il resto! Ricordo molto bene la sensazione positiva della giuria a fine canzone e l’emozione di essere stato accanto a una delle colonne portanti della Tv e che ho sempre adorato: Pippo Baudo!
Il 14 febbraio sarà ad Asti al Diavolo Rosso per presentare il suo ultimo album “Pranzo di famiglia”. Quali emozioni le ha regalato la creazione di questa sua ultima opera?
Essendo il primo disco ufficiale della mia vita, è ogni giorno un’emozione vederlo concretizzato e suonarlo in molti locali d’Italia. Ho una sensazione strana ogni volta che canto le mie canzoni, perché allo stesso tempo penso ancora “veramente sto cantando le mie canzoni?”. Sono 20 anni che suono ed è la prima volta che porto nei concerti brani interamente creati da me. Credetemi, è una soddisfazione che non si può descrivere con poche parole, forse con un’ulteriore canzone!
Quale messaggio intende diffondere con le sue parole?
Ho sempre cercato di trasmettere il messaggio di essere se stessi, in ogni scelta e in ogni gesto. Non bisogna vergognarsi mai delle proprie fragilità e dei propri sbagli, perché è da lì che possiamo capire come migliorare. Fingendo di essere qualcosa che nel profondo non siamo, forse possiamo raggiungere obiettivi apparentemente alti e gratificanti, ma nel nostro intimo sapremo sempre di non essere stati fedeli a noi stessi.
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