«Anche nelle aziende del settore alimentare si deve lavorare solo se in sicurezza»

Comunicato congiunto delle tre organizzazioni sindacali Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato congiunto delle segreterie provinciali di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil sulla situazione sicurezza nelle aziende del settore alimentare a causa dell’emergenza Covid-19.

ASTI – È con un comunicato sindacale unitario, rivolto alle aziende del settore alimentare e, per conoscenza, a tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto, che la FLAI-CGIL, la FAI-CISL e la UILA-UIL della provincia di Asti hanno voluto porre l’attenzione sull’emergenza Covid 19 per quanto riguarda una delle filiere produttive, quella agroalimentare, essenziali per l’intero Paese.

«Siamo certi – sottolineano le tre organizzazioni sindacali – che non tutte le attività rivestano tale elemento di essenzialità e per questa ragione abbiamo già chiesto, ad ogni livello, la chiusura di quelle non necessarie, vale a dire quelle non prettamente riferibili a prodotti alimentari di prima necessità».

Per quanto concerne, invece, le realtà che non possono chiudere, perché produttrici proprio di beni di prima necessità, FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL evidenziano «il dovere ed il diritto di pretendere la massima attenzione e serietà, oltre che la sensibilità da parte di chi gestisce le aziende».

Secondo le tre organizzazioni sindacali, infatti, è possibile rallentare i ritmi di lavoro, riorganizzare le produzioni, gli spazi e la loro fruizione e predisporre sanificazioni e interventi di prevenzione, collettiva ed individuale, che consentano di preservare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori con tutte le misure elencate nei vari DPCM e nel Protocollo dd 14 marzo 2020.

«Devono essere le pretese del mercato mondiale ad attendere, non la vita», affermano, evidenziando che «la pandemia in corso non risparmia nessuno» e che «le condizioni di competitività sono paritarie».

La FLAI-CGIL, la FAI-CISL e la UILA-UIL astigiane ricordano, inoltre, di avere più volte domandato che venga garantita la massima tutela della salute e della sicurezza laddove le attività produttive siano operative.

«Ora – dichiarano le tre organizzazioni – chiediamo con forza il rispetto del “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus.Covid-19 negli ambienti di lavoro”, che definisce precise linee guida da adottarsi in ogni azienda a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro perché si eviti il contagio da COVID-19. Diffidiamo, pertanto, dall’adottare misure riduttive e/o non congrue rispetto ai contenuti del protocollo stesso».

«Il Governo – proseguono – ha messo, e metterà, a disposizione ulteriori ammortizzatori sociali e congedi retribuiti che consentono fermate temporanee delle attività per regolarizzarsi allineandosi a tutte le prescrizioni contenute nel citato Protocollo, oltre a gestire ogni eventuale fase di riduzione delle produzioni. Ci preme appellarci – precisano, dunque – alla massima sensibilità, ricercando la necessaria flessibilità organizzativa, provvedendo alla concessione di permessi per il genitore con problemi nella gestione dei figli o in caso di necessità di cura per altri familiari».

Le segreterie astigiane FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL, esortando poi le aziende del settore alimentare a coinvolgerle da subito e non ex post nella gestione delle diverse fasi di riduzione delle produzioni, si rendono infine disponibili a siglare e condividere ogni accordo possibile finalizzato a concretizzare ogni ipotesi di intervento contenuta nel Protocollo e nei diversi DPCM emanati.

Nel vengano segnalate aziende inadempienti rispetto alle linee guida, FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL interverranno, anche attraverso lo sciopero, per far arrestare immediatamente le attività.

Le segreterie provinciali di Asti
FAI-CISL , FLAI-CGIL , UILA-UIL

 

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