Passeggiando per via Vigna sul lato destro si incontra il Trovamici, chiuso da due anni con il suo giardino ancora arredato di giochi per bambini.
È un luogo che molti educatori, genitori, maestre hanno vissuto, dove si sono svolti tanti progetti educativi all’avanguardia, ma l’Amministrazione ha deciso che la struttura, non più a norma, dovesse essere chiusa. Anche il giardino oggi non serve più a nessuno e i suoi giochi abbandonati, lasciati alle intemperie e al degrado ne sono il simbolo. Questo materiale potrebbe essere messo a disposizione di altri asili nido e scuole dell’infanzia, risparmiando il vergognoso spettacolo di abbandono e trascuratezza che rivela lo spreco dei soldi pubblici.
Per molti dovrebbe essere messo a norma e farlo tornare ad essere ciò che era: un centro a partire dalla prima infanzia. Il Trovamici è stata una struttura pubblica dedicata alla prima infanzia che affiancava gli asili nido, e ha svolto un eccellente lavoro. Al Trovamici vi erano attività di psicomotricità rivolte alle varie scuole e ai bambini, vi erano corsi di formazione per insegnanti, c’erano gruppi di autoaiuto per famiglie e bambini, offriva servizi alle famiglie.
Centri come questi andrebbero moltiplicati in tutti i quartieri della città, perché conosciamo la carenza di spazi educativi in città. Eppure sulle parti fatiscenti del quartiere si è annunciato un ambizioso progetto Pinqua, che prevedeva il rifacimento della parte fatiscente dello Spazio Vinci, il recupero delle case popolari di Via Dogliotti, il dormitorio al posto del Trovamici, su questa proposta della amministrazione ci siamo sempre chiesti se quello potesse essere il luogo adatto, se avesse senso sommare disagio a disagio. Era previsto il rifacimento del cortile dell’enofila con spazi studio e aggregativi. Dopo gli annunci, il silenzio sul Pinqua, il Trovamici continua a essere chiuso, ci chiediamo cosa servirebbe ad adeguarlo in termini di sicurezza, i giochi per bambini abbandonati nel giardino, simbolo di trascuratezza, ricordo di un passato recente, senza certezze del futuro.
Ambiente Asti