Allarme smog in Piemonte

In tutta la regione da oggi 17 e fino al 20 gennaio si fermano quasi 2 milioni di vetture

L’annuncio era “nell’aria”, dopo il periodo prolungato di permanenza di valori di inquinanti alti nell’atmosfera. È emergenza smog, pertanto da oggi scatta il semaforo viola a Torino e in 11 comuni della cintura metropolitana, dopo venti giorni di sforamento delle polveri sottili. Il blocco è esteso dalle 7 alle 20 fino a lunedì 20 gennaio (giorno in cui sarà disponibile la prossima valutazione di Arpa Piemonte). La circolazione è interdetta a tutti i veicoli diesel fino alla categoria Euro 5, (compresi i veicoli commerciali e quelli immatricolati dopo il primo gennaio 2013), e per quelli a benzina fino alla categoria Euro 1.

Semaforo arancione ad Asti
Non va meglio in altre località del Piemonte, tra cui Asti e Alessandria, dove il semaforo resta arancione. In questi comuni, dove da dieci giorni consecutivi si è registrato un livello di pm10 superiore al limite dei 50mcg/mc stabilito dalla normativa europea, stop dalle 8 alle 19 per i mezzi fino ai diesel euro 4, compresi Gpl metano euro 0 e benzina euro 1.
In tutto il Piemonte si fermeranno quasi 2 milioni di vetture.

Gli artigiani: «Chiediamo certezze per le nostre attività»
Secondo Confartigianato Imprese Piemonte, il divieto della circolazione per i veicoli diesel rischia di pregiudicare l’operatività ed il lavoro del mondo economico imprenditoriale piemontese, costituito in massima parte da micro e piccole realtà aziendali artigiane, con potenziali disagi anche per i servizi alle comunità locali ed ai cittadini. Si tratta di circa 650.000 veicoli coinvolti.
«La tutela della qualità dell’aria è senz’altro una priorità – ha detto il presidente Giorgio Felicima è ingiusto ed inefficace adottare provvedimenti che penalizzano imprese e cittadini e riducono le emissioni solo su base giornaliera senza risolvere il problema alla radice. Durante il blocco occorrono deroghe ed esenzioni che consentano alle imprese che utilizzano veicoli di continuare la loro attività, mentre dal punto di vista strutturale sono necessari strumenti finanziari pubblici adeguati a favorire la sostituzione dei mezzi maggiormente inquinanti puntando ad una riconversione del sistema della mobilità non solo privata, ma anche e soprattutto pubblica, nonché incentivi per la sostituzione degli impianti da riscaldamento di edifici pubblici e privati».

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