L’albero dono di Macra e delle montagne del Piemonte brilla in piazza San Pietro in Vaticano

L’albero donato dal Comune di Macra e dal Piemonte brilla in piazza San Pietro in Vaticano. La cerimonia di accensione dell’abete di Natale si è svolta oggi pomeriggio alla presenza della delegazione piemontese guidata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, accompagnato dal sindaco di Macra Valerio Carsetti, dal presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo, dal consigliere regionale Maurizio Marello, dal vescovo di Saluzzo Cristiano Bodo e da decine di amministratori locali e cittadini della Valle Maira da cui l’albero è partito lo scorso 21 novembre.

In mattinata, la delegazione ha partecipato all’udienza papale in Aula Paolo VI, durante la quale Papa Francesco ha ringraziato il Piemonte e il piccolo Comune di Macra, 48 abitanti, per il dono e per le oltre 7 mila stelle alpine coltivate e essiccate che, insieme alle luci, decorano l’albero come una nevicata, anch’esse sono di un vivaista piemontese.

La cerimonia di accensione è stata allietate dal canto della corale La Reis di San Damiano Macra, che si è esibita in alcuni canti di Natale della tradizione occitana.

«Vedere il Piemonte protagonista del Natale in una delle piazze più conosciute del mondo è un grande orgoglio per cui desidero innanzitutto ringraziare la comunità di Macra che si è prima candidata per donare l’albero di Natale al Papa e poi ha organizzato insieme a noi tutto questo – ha dichiarato il presidente del Piemonte Alberto Cirio – Durante l’udienza ho consegnato a Papa Francesco la lettera dei bambini delle scuole della Valle Maira felici che l’albero di Natale di piazza San Pietro arrivi dalle nostre montagne: ci auguriamo che da qui parte un messaggio di pace e di speranza per tutti».

«Abbiamo aspettato questo momento per otto anni – ha detto il sindaco di Macra Valerio Carsetti – È un risultato molto importante per una piccola comunità come quella di Macra, che lavora per crescere e per attirare visitatori e residenti per continuare a tenere vive le nostre montagne».

«Da una piccola comunità delle nostre montagne a piazza San Pietro. Un’iniziativa pervicacemente perseguita da Macra e dal suo Sindaco, della quale potranno beneficiare milioni di visitatori e pellegrini. Accompagneremo questo momento anche per richiamare, come scritto dal Santo Padre nella sua Enciclica, l’importanza della sostenibilità e la capacità delle tante aziende piemontesi che si occupano della manutenzione dei nostri boschi», sottolinea il presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo.

Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, ha affermato: Le luci dell’albero di Natale acceso poco fa in piazza San Pietro illuminino il nostro cammino. L’impegno dei Sindaci che, ha ricordato Papa Francesco, devono lavorare in armonia. Dunque, camminando insieme. Un albero, quell’abete, è prodotto della gestione forestale sostenibile, certificata PEFC, è generato da boschi gestiti e dunque anche tagliati. Perché nelle Alpi i boschi si gestiscono e tagliano anche. Gli alberi non per forza devono essere malati, per essere tagliati. Da 500 anni in Val Maira, come nel Cansiglio e in Appennino Reggiano, o in Sila, si fa gestione forestale sostenibile. Quell’abete di piazza San Pietro non è da solo. È nato in una foresta, boschi che in Italia continuano a crescere e vanno pianificati ovvero contenuti affinché in montagna sia possibile la vita, l’agricoltura, l’allevamento. La gestione forestale produce paesaggio, genera servizi ecosistemici-ambientali che vanno a beneficio di tutti. Anche per Roma, Torino, Cuneo. L’albero è illuminato e le luci del presepe donato dalla Diocesi di Rieti e dell’albero della Val Maira donato dalla Diocesi di Saluzzo sono luci per le strade che dobbiamo compiere. La Luce in realtà è solo di uno, che ci guida. Luce che illumina la via dei Sindaci, che se non camminano insieme, in un ‘Sinodo dei territori’ del quale abbiamo bisogno, vanno poco lontano. Camminare insieme è il nostro imperativo. Da soli ci si ferma. Quelle luci accese in piazza San Pietro illuminino i Sindaci e le comunità. Abbiamo bisogno di vera Luce. Anche per spendere bene e in tempi rapidi, 45 milioni di euro – tra Strategia aree interne, PNRR, fondo sviluppo coesione, piani per i borghi, come i 20 milioni per Elva, riqualificazione delle strutture, rivitalizzazione del patrimonio, garanzia dei diritti di cittadinanza, scuola di valle finalmente! – che la Val Maira ha già incamerato e ora deve investire. Nonché per usare le bene le cifre analoghe, anche sulle politiche forestali che tutte le Valli alpine e appenniniche hanno a disposizione. La montagna vive se Sindaci e comunità lavorano insieme, oltre i campanilismi, camminano insieme, hanno stima e fiducia reciproca. Cercano il bene reciproco. Armonia. Non per il bene di un singolo Comune o di una singola valle, ma del Paese insieme, intero, più unito e coeso”.

 

 

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