ASTI – Raccontare la storia di una comunità significa dare spazio alle voci di chi la costituisce, di chi spesso ha lasciato, suo malgrado, un segno di sé solo sui documenti fiscali delle varie tasse che, nel corso dei secoli, sono state di volta in volta applicate.
Questo è il sunto emerso dalla “lectio magistralis” che Vincenzo Galliani ha tenuto al Cpia di Asti, il centro d’istruzione per gli adulti, in piazza Leonardo da Vinci 11.
Introdotto dal dirigente scolastico Davide Bosso, il ricercatore ha basato il suo intervento agli studenti dei percorsi Cpia / Penna e Cpia / Artom sull’importanza di un confronto tra dati diversi, evidenziando come per la consultazione e l’analisi delle carte d’archivio occorra utilizzare un metodo scientifico.
Vincenzo Galliani, fiorentino, esperto della simbologia medioevale, studioso eclettico della cosiddetta “storia minore”, ha analizzato l’importanza degli archivi storici comunali e parrocchiali nella interpretazione delle fonti scritte, giungendo a porre in rilievo come la “grande storia” determini e condizioni la vita della gente comune.
Le carte utilizzate durante l’incontro, datate tra il XVI e il XX secolo, sono state quelle conservate negli archivi storici parrocchiale e comunale di Cortazzone (paese del quale Galliani è vice- sindaco).
Galliani ha concluso l’intervento sottolineando il fatto che nessun tema nella storia è intrinsecamente “micro” o “macro”, principale o marginale, grande o piccolo, perché tutto dipende dal modo in cui viene analizzato.