ASTI – Rinnovamento tecnologico per la Radioterapia Asl AT: inaugurato oggi 25 febbraio un nuovo acceleratore lineare che modernizza e va completare l’offerta radioterapica ai pazienti oncologici del territorio astigiano e non solo.
Un’apparecchiatura che ha richiesto un impegno economico di circa due milioni di euro e che l’Azienda ha avuto la capacità di affrontare grazie all’utilizzo degli utili derivanti dai precedenti esercizi finanziari con l’approvazione della Regione Piemonte.
L’inaugurazione si è svolta con una circoscritta conferenza stampa che ha avuto come teatro la piazza interna del Cardinal Massaia per poter garantire tutte le misure di sicurezza e distanziamento richieste dalle contingenze legate alla prevenzione Covid-19.
Insieme alla Direzione Strategica aziendale, guidata dal dottor Flavio Boraso, sono intervenuti l’Assessore Regionale Luigi Genesio Icardi, il professor Umberto Ricardi, direttore della Radioterapia Universitaria della Città della Salute di Torino, la dottoressa Maria Tessa, direttore della Radioterapia astigiana ed il sindaco di Asti, Maurizio Rasero.
Con loro, a suggellare lo stretto rapporto con l’universo accademico regionale e con la Rete regionale delle cure oncologiche, il professor Giorgio Scagliotti, Dipartimento di Oncologia dell’Università degli sudi di Torino, ed il dottor Paolo Fonio, direttore del Dipartimento di Diagnostica per immagini e Radiologia interventistica dell’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute di Torino.
Presenti anche la Direzione sanitaria dell’ospedale ed i primari dei reparti maggiormente coinvolti nei percorsi multidisciplinari e di cura collegati alla Radioterapia, quali Radiodiagnostica, Fisica sanitaria ed Oncologia.
“Si tratta di un acceleratore lineare di ultima generazione – ha spiegato la dottoressa Tessa – che sfrutta le immagini di una particolare TAC, per verificare quotidianamente la corretta centratura del trattamento radioterapico sul bersaglio tumorale del paziente. Questo incrementa decisamente la precisione del trattamento stesso, consentendo di ridurre i margini di sicurezza di tessuto sano irradiato intorno al tumore”.
“L’evoluzione tecnologica – ha evidenziato il professor Ricardi – permette, ove opportuno, di aumentare le dosi totali somministrate e ridurre così il numero di sedute necessarie: pensiamo al trattamento di un cancro, purtroppo diffuso, come quello della prostata per cui sarà possibile limitarsi a sole 5/7 sedute anziché le 35/40 necessarie con strumentazioni meno avanzate. Grazie a questo acceleratore, Asti sarà anche tra i centri di formazione per i medici radioterapisti di domani, rafforzando un già consolidato rapporto con il mondo universitario”.
“Si tratta di un investimento importante – ha sottolineato l’Assessore Icardi – che mette Asti tra i punti di riferimento regionali per questo tipo di trattamenti. La Regione punta ad una sanità di eccellenza su tutto il territorio e che possa via via garantire percorsi di diagnosi precoce e cura sempre più efficienti, efficaci e a misura dell’utenza”. Anche il sindaco Rasero ha voluto complimentarsi con la Direzione aziendale sottolineando come “sia un segnale importante per tutta la cittadinanza poter apprezzare come l’Asl AT sia così fortemente impegnata sul fronte del contrasto alla diffusione del Coronavirus, ma, al contempo, dimostri grande attenzione nel portare avanti tutte quelle attività imprescindibili e strategici per la nostra sanità”.
“Una Radioterapia allineata tecnologicamente a quelle dei principali Centri oncologici piemontesi – ha concluso il Direttore generale, Flavio Boraso – che attesta la volontà di valorizzare la sanità astigiana con un’apparecchiatura capace di migliorare contemporaneamente la qualità della cura dei pazienti e quella del lavoro degli operatori: un’innovazione che permetterà di ottenere anche risultati positivi sul numero dei trattamenti possibili e, quindi, impattare sensibilmente anche sui tempi di erogazione delle prestazioni. Poter beneficiare di trattamenti che garantiscono un numero di sedute ridotto, in particolar modo come nel caso delle cure radioterapiche, significa ridurre il numero di spostamenti verso l’ospedale e pertanto, in un territorio vasto e dalle peculiari caratteristiche geomorfologiche come l’Astigiano, limitare molto i disagi per i cittadini e garantire un più semplice accesso ai servizi sanitari”.
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