Un vero e proprio fiore all’occhiello del territorio che, con grande professionalità e comprovata esperienza, concorre al fabbisogno di oltre 300 aziende vitivinicole italiane di piccole, medie e grandi dimensioni.
Con la direzione dell’enologo Secondo Rabbione, il team di agronomi, enologici e tecnici di settore attualmente, composto da Roberta Gariglio, Annalisa Chiola, Daniele Rabbione e Mario Ceca, si dedica quotidianamente all’analisi e all’emissione delle Certificazioni Accredia (marchio internazionale riconosciuto in tutto il mondo) nonché dei documenti di accompagnamento necessari per l’export dei vini. Analisi certificate e specifiche che, a seconda della Nazione di destino, riportano, tra gli altri, valori di alcol, zuccheri, alcol totale, densità, massa volumica, acidità totale e volatile, anidride solforosa, metilico, soflati, ceneri, estratto non riduttore. In particolare, circa il 60% delle analisi prodotte sono destinate al mercato orientale (Cina, Giappone, Taiwan e altri Paesi asiatici); a ruota seguono gli States, il Brasile e l’Australia. Inoltre, da più recentemente, grazie ai suoi professionisti e ai macchinari tecnologici e digitali di ultima generazione di cui è dotato il Laboratorio, il Centro Studi è anche divenuto prezioso punto di riferimento per consulenze aziendali relativamente alle analisi di uve e vini.
“La nostra mission – spiega il Direttore Rabbione, – è quella di soddisfare il cliente dal punto di vista tecnico-scientifico e in termini di efficienza-tempestività. Negli anni abbiamo messo a punto un sistema di qualità altamente strutturato che ci consente di gestire i flussi con celerità e precisione, rilasciando analisi di consulenza in giornata ed entro 48 ore per l’export. Tutto questo ha concorso all’apprezzata reputazione che, col passaparola, annualmente si traduce in un +22% di clienti acquisiti e di analisi prodotte (circa 7mila cartelle e oltre 20mila faldoni). In parallelo, proseguiamo l’attività di ricerca scientifica in collaborazione con il professor Vincenzo Gerbi dell’Università degli Studi di Torino e con il Crea; una ricerca che non si ferma alle pubblicazioni, ma viene concretamente applicata alla viticoltura, ponendoci da trait d’union con le aziende agricole”.
Oltre che ricerca e servizio, il Centro Studi Vini del Piemonte, in 10 anni, è altresì diventata preziosa banca dati per le analisi delle principali denominazioni; un patrimonio fondamentale e unico (per l’astigiano), per meglio comprendere l’andamento della viticoltura, anche, alla luce dei recenti cambiamenti climatici.
Tra orgoglio e soddisfazione, Rabbione non esita a manifestare un’altra grande prospettiva: – ora, che il Centro si è affermato, confido possa ulteriormente crescere offrendo rinnovate opportunità occupazionali ai nostri giovani”.