Allarme agricoltura: è piccolo, ma devasta il Piemonte, l’invasione del coleottero

Popillia japonica

Coleottero Popillia japonica (Canva) Dentrolanotiziabreak.it

In Piemonte scatta l’allarme: un insetto orientale minaccia i raccolti. Danni già milionari, ma il peggio potrebbe arrivare nel 2026.

Un ospite indesiderato tra le viti piemontesi, un danno non previsto che sta preoccupando i coltivatori, di cosa si tratta?. È minuscolo, ma non passa inosservato. Arriva da lontano, e non porta nulla di buono.

I suoi colori brillano al sole, ma ciò che lascia dietro di sé è tutto fuorché scintillante. In silenzio, senza rumore, sta trasformando campi rigogliosi in paesaggi spogliati.

E mentre i numeri crescono, cresce anche la preoccupazione di chi vive di agricoltura. Coldiretti lancia l’allarme e un appello alla Regione.

Un coleottero dall’Oriente che si è trovato bene in Piemonte

La chiamano Popillia japonica, ma tra gli agricoltori è ormai sinonimo di allarme. Originaria del Giappone, questa minuscola specie di coleottero, neppure un centimetro di lunghezza, ha trovato nella Pianura Padana un habitat ideale. Le sue ali brillano di verde e bronzo, ma non ingannano chi, da tempo, ne osserva i movimenti con crescente inquietudine.

Arrivata presumibilmente via mare, trasportata tra piante e carichi vegetali, la Popillia ha trovato terreno fertile grazie anche a un clima sempre più caldo. Non si è fermata: si è diffusa rapidamente, soprattutto nelle aree agricole di Torinese, Canavese, Ciriacese e Vercellese. Non è un’ospite, è diventata padrona. A pagarne il prezzo sono i vigneti, i campi di mais, i frutteti. Le sue preferenze alimentari sono vaste e impattanti. L’Istituto per le piante da legno e l’ambiente ne ha confermato la presenza anche ad Avigliana, ma il fenomeno coinvolge ormai l’intera regione.

Popillia japonica
Popillia japonica (Canva) Dentrolanotiziabreak.it

Le perdite sono già reali, ma il vero pericolo è il 2026

Coldiretti non usa mezzi termini: i danni causati da questo coleottero superano già i 6 milioni di euro. E non si tratta di una minaccia futura, ma di una realtà in corso. Tra le colture più colpite ci sono l’uva (fino al -40% di produzione), la soia (-25%), pesche e prugne (-30%), nocciole (-25%) e mais (-15%). In particolare, le vigne dell’Erbaluce, nella zona di Caluso, sono già in sofferenza: piante spoglie, invase da sciami di insetti in riproduzione.

Ma il peggio potrebbe arrivare nella primavera del 2026. L’allarme è chiaro: se non si agisce ora, le uova già deposte nei terreni agricoli potrebbero schiudersi tutte insieme, provocando un’esplosione incontrollata della popolazione di coleotteri. Il rischio? Un tracollo della produzione agricola in molte zone del Piemonte. Coldiretti lancia un appello alla Regione Piemonte affinché vengano avviati studi e interventi urgenti. Non si chiede un miracolo, ma una strategia concreta per contenere l’invasione e salvare il lavoro di migliaia di famiglie. La battaglia è appena cominciata ma potrebbe non limitarsi al Piemonte, l’allerta è alta anche per altre regioni.