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Ad Asti la Stagione del Teatro Alfieri prosegue il 3 dicembre con il divertente spettacolo di danza “Inferno” – Dentro la notizia

“Inferno” – foto Paolo PortoASTI – Dopo l’applauditissima serata con Gene Gnocchi, protagonista di “Se non ci pensa Dio ci penso io”,la Stagione 2022/2023 del Teatro Alfieri, realizzata dal Comune di Asti in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, continua sabato 3 dicembre alle 21 con “Inferno”, spettacolo in abbonamento della sezione “Altri percorsi” e parte della rassegna diffusa di danza contemporanea “We speak dance”.Coreografia, regia, progetto video Roberto Castello in collaborazione con Alessandra Moretti, con i danzatori Martina Auddino, Erica Bravini, Jacopo Buccino, Riccardo De Simone, Alessandra Moretti, Giselda Ranieri, Ilenia Romano; musica Marco Zanotti in collaborazione con Andrea Taravelli, fender rhodes Paolo Pee Wee Durante. Una coproduzione ALDES, CCN – Centre Chorégraphique National de Nantes, Romaeuropa Festival, Théâtre des 13 vents CDN – Centre Dramatique National Montpellier, Palcoscenico Danza – Fondazione TPE, e con il sostegno della Rassegna RESISTERE E CREARE di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, ARTEFICI. ResidenzeCreativeFvg, ArtistiAssociati, con il sostegno di MIC / Direzione Generale Spettacolo, REGIONE TOSCANA / Sistema Regionale dello Spettacolo.“Un lavoro solare, divertente, giocoso, ma che si chiamaInferno. E che non vede la sua genesi legata alle celebrazioni per il 700esimo anniversario della morte di Dante”.Roberto Castello, coreografo e danzatore, personalità di primo piano, per impegno e creatività, nel panorama della danza contemporanea italiana ed europea, presenta così la sua nuova creazione per la compagniaALDES, da lui fondata e diretta.L’inferno come luogo dell’immaginario ha offerto, come pochi altri, un’infinita varietà di spunti di ispirazione a poeti, narratori, illustratori, pittori, scultori, musicisti, registi. Regno dell’espiazione, nel quale i malvagi vengono puniti e il bene trionfa sul male ma anche luogo del sovvertimento e del caos, nella cui rappresentazione tutto può coesistere. L’Inferno di Castello, almeno nell’aspetto, assomiglia molto, invece, al Paradiso. È ciò che spinge tutti a fare ogni sforzo per apparire, in ogni momento e a ogni costo, più bravi, più giusti, più belli, più forti, più attraenti, o anche più responsabili, più umili, più intelligenti. È una condanna infernale ciò che spinge a competere, per ottenere sempre nuove gratificazioni morali, sociali, economiche, affettive. È da qui che nasce l’idea di Inferno, una tragedia in forma di ‘commedia ballata’ seducente, piacevole, coinvolgente, brillante sull’invadenza dell’ego.“Più un balletto che danza contemporanea – spiega il coreografo, tre volte Premio Ubu, che ha collaborato con artisti come Peter Greenaway e Eugène Durif – o forse, parafrasando Achille Bonito Oliva, un trans-balletto, un’opera che utilizza stilemi differenti proprio per il loro valore simbolico e prova a costruire un percorso onirico che affronta diversi aspetti dell’hybris, collocandoli senza giudizio morale in un luogo che è contemporaneamente paradiso e inferno”.L’inferno è la condanna a dover essere sempre in qualcosa migliori degli altri. Vuoi per la capacità di suscitare empatia o per il cinismo e il sarcasmo, per la fierezza e l’orgoglio di appartenere a qualcosa di esclusivo, per la conversazione brillante, per la capacità di difendere il territorio, per l’appartenenza a un’élite, per la purezza dello spirito e l’altezza della nostra estasi, per la gioiosa sensualità, per l’energia e la destrezza, per il sex appeal, per la capacità di stupire e divertire.“Tanto vale quindi giocare, il che sotto il profilo creativo significa combinare elementi incongrui che generino divertimento – prosegue Castello – Per questo Inferno non è soltanto uno spettacolo di danza ma una commedia, con interpreti che recitano ballando e in cui musiche, costumi e fondali animati da immagini in 3D hanno un ruolo assolutamente paritetico. Non è un’opera concettuale, astratta, ma uno spettacolo teatrale che usa i linguaggi di prosa, danza, musica e arti della visione per creare un metaforico universo immaginario che risponde a regole proprie”.Lo spettacolo,in tournée in Piemonte, toccando Vercelli, Ovada (Al) e Astiper la rassegnaWe Speak Danceideata da Piemonte dal Vivo, è una coproduzione internazionale tra Romaeuropa Festival, Centre Dramatique National di Montpellier, il Centre Choréographique National de Nantes e Fondazione TPE – Palcoscenico Danza.We Speak Danceè la rassegna di danza ideata da Piemonte dal Vivo nelle piazze del circuito, in sinergia con la programmazione delle stagioni 2022/2023: da novembre 2022 a maggio 2023, 25 appuntamenti con il meglio della danza italiana e internazionale, per una rassegna diffusa in tutte le province del Piemonte. Una scelta specifica con grandi nomi della scena nazionale e internazionale, per valorizzare il linguaggio universale della danza e per portare nei teatri il meglio dell’arte coreutica. Maggiori dettagli suwww.piemontedalvivo.it/we-speak-danceBiglietti:23 euro platea, barcacce, palchi (ridotto 13 euro per allieve e allievi di scuole di danza e scuole secondarie di secondo grado), 18 euro loggione.Prevendite alla cassa del Teatro Alfieri, aperta dal martedì al venerdì con orario 10-17, e online suwww.bigliettoveloce.itewww.allive.it. Per informazioni e prenotazioni 0141.399057/399040. Schede spettacoli disponibili suwww.teatroalfieriasti.itLa Stagione è resa possibile grazie alla collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, oltre che al contributo di Regione Piemonte, MIC, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Banca di Asti.

Redazione

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