“Bateaux sur la plage à l’Etretat” di Claude Monet, olio su telaASTI – Apre oggi al pubblico l’attesissima mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia. Capolavori dalla Collezione Peindre en Normandie”, visitabile aPalazzo Mazzetti (corso Alfieri 357)fino al 16 febbraio 2020. Dopo “Chagall. Colore e magia”, che ha accolto circa 50mila visitatori, ora è la volta di un’altra speciale collezione, pronta a scaturire profonde sensazioni. L’allestimento conta ben75 opere, attraverso le quali viene raccontato il movimento impressionista e i suoi legami con la Normandia. Il tutto grazie a un progetto condiviso conVittorio Sgarbi,presente ieri alla conferenza di presentazione al fianco del curatoreAlain Tapié, del presidente di Asti MuseiMario Sacco, del sindacoMaurizio Raseroe dell’Assessore regionale alla Cultura, al Turismo e al CommercioVittoria Poggio.La mostra ripercorre le tappe salienti della corrente artistica con capolavori di artisti super conosciuti (tra cui, oltre a Monet, citiamo Renoir, Delacroix e Courbet) e di altri meno famosi. Opere che raccontano gli scambi, i confronti e le collaborazioni tra coloro che, immersi in una natura folgorante dai colori intensi e dai panorami scintillanti, hanno conferito alla Normandia l’immagine emblematica della felicità del dipingere.Il progetto espositivosi concentra sul patrimonio della Collezione Peindre en Normandie, accanto a opere provenienti dal Musée Alphonse-Georges-Poulain di Vernon, dal Musée Marmottan Monet di Parigi e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa.La mostra è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, in collaborazione con Ponte – Organisation fur kulturelles management GMBH, organizzata da Arthemisia, con la partecipazione del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.Alain TapiéNoi diDentro la Notiziaabbiamo raccolto le parole di Alain Tapié.Questa mostra è dedicata all’Impressionismo in Normandia, che è tutto sull’espressione – più che impressione – della Natura, del vento, delle rocce, delle erbe, dell’acqua soprattutto. Un campo meraviglioso in cui si sente che l’Impressionismo è la diffrazione della luce e la diffusione del colore misto. Siamo nel naturale, dunque, non tanto nella realtà di Parigi. È un mondo forte, importante, che risale alle belle esperienze di William Turner e dei maestri inglesi dell’acquerello, e vuol dire che tutto sommato l’Impressionismo non è nato nel 1874, con il famoso quadro di Monet. È nato molto prima, in particolare in Normandia ma anche intorno a Parigi già prima del 1830, con pittori come Jean-Baptiste Camille Corot, Charles Daubigny, Gustave Courbet.Lo scopo è quello di trovare le sensazioni.La gente, più che percepire l’immagine come un qualcosa di illusionistico, preferiscono sentire le sensazioni. Anche nel periodo 1880-90 il paesaggio rimane uno specchio dell’anima e il Romanticismo c’è ancora. Questa mostra dimostra che in pittura non si può confinare nettamente il Romanticismo, il Realismo, l’Impressionismo o il Simbolismo: c’è un po’ di tutto dentro, tutto un movimento che nasce, come anticipato, già nei primi decenni dell’Ottocento.Vittorio Sgarbi con Vittoria Poggio davanti al quadro “Bateaux sur la plage à l’Etretat” di Claude MonetRiportiamo un commento di Vittorio Sgarbi.Sono orgoglioso di aver stimolato la realizzazione di questa mostra sugli impressionisti legati alla natura, in particolare in Normandia. Natura e pittura sono lontani, ma con l’Impressionismo si avvicinano fino a coincidere. L’Impressionismo è natura nella pittura. Gli impressionisti segnano la discontinuità col passato; la pittura stessa rinuncia a un rapporto coi temi religiosi tradizionali, però Dio non se n’è andato. È nella natura, nella meraviglia del creato.Per informazionihttp://www.astimonet.it
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