La via dei formaggi Astigiani cresce e trova un nuovo alleato
Percorso di promozione territoriale, tra arte casearia e posti bellissimi, dove crescono i casari da conoscere, forti anche di un nuovo alleato di narrazione
La via dei formaggi Astigiani è un percorso di visite, degustazioni e incontri con pascoli, animali e persone. Percorso ideato e promosso da Davide Palazzetti, quasi cinque anni fa, come originale strumento di racconto della grazia sparsa un po’ ovunque tra i borghi e il territorio dell’Astigiano, continuo invito a visitatori e turisti di scoprirla nella piacevole scusa di assaggiare sontuosi formaggi. Invito declinato su infiniti itinerari di sapore, umanità e bellezza.
Itinerari che toccano, sin dalle origini, produttori di alti sapori, artigiani del gusto e appassionati allevatori. Capre a Roccaverano, tra le aziende agricole che compongono il Consorzio del Roccaverano. Capre e pecore a Cessole, da Bricco della Croce, regno di Mattia dagli imperdibili frutti caseari che ben risentono dell’energia naturale di luogo e persone. Blu di Loazzolo, ricco e gustosissimo erborinato di latte vaccino, lavorato come da tradizione dalla famiglia Castellero. E ancora, le capre curate dal giovane Marco di I formaggi di Moasca. Imperdibile la sua grande Ruota, stagionato di indubbio carattere, e il Capreggio, taleggio da latte di capra. Capre anche più a nord, a Capriglio, da Capre e Cavoli, per cremose robiole ed emozionanti freschi. Latte vaccino a km0 a Cocconato per produrre la mitica Cocconà, magnifico formaggio a pasta molle, dalla tipica forma tonda e piatta, prodotto solo lì e solo dal Caseificio Balzi. A loro si sono aggiunti da poco altri due giovani allevatori e casari: tra Vinchio e Nizza Monferrato la Fazenda Bricco Civetta dove Lisa produce mozzarelle, trecce e provole da ola, con il latte delle sue ragazze, mucche Rendena e valdostane allevate allo stato semi-brado, e a Mongardino, sulle prime colline a sud di Asti, a ridosso di un Sacro Monte settecentesco ancora tanto da valorizzare, le capre di Lucia e I Formaggi di Bianchina.
Ad ogni casaro un posto, raccontato assieme ai sempre ricchi dintorni e a quanto su strada, nel passare da uno all’altro. Posti sempre pieni di cose da fare e da vedere, di monumenti, storia, natura dal rustico fascino e, ovviamente, di colline vitate. A suon di racconti i risultati si toccano, con prodotti sempre più noti e consumati, con percentuali di incremento dei flussi turistici nell’Astigiano a due cifre, incredibile, ma vero e certificato per il 2023. Certo, crescite arrivate non solo grazie a La via dei formaggi Astigiani, ma tutto aiuta e, più di tutto, aiuta il raccontare, aiuta la promozione, in questo caso online, del nostro bellissimo territorio messa in piedi, da tempo, con indomita perseveranza da Palazzetti.
Promozione, territorio e percorso tra casari che hanno recentemente trovato un alleato esemplare di narrazione: I formaggi di Michele. Michele è un omone che gira sei giorni su sette tra i mercati di Langhe, Roero e Astigiano. Gira con il suo banco pieno, pieno di formaggi incredibili. Il meglio della produzione casearia locale e piemontese. Il bello è assaggiare e farsi raccontare. Troppo appassionato del suo settore da tenersi dentro il tantissimo che sa o viene a sapere su formaggi e dintorni, nella bella scelta di selezionare per il suo negozio mobile solo prodotti di piccole aziende e di pastori casari, cercando, anche lui, di valorizzarli e di contribuire, da un sempre affollato banco mercatale, alla salvaguardia di straordinari territori, pratiche tradizionali e belle persone. Banco che da tempo proponeva il noto e sempre apprezzatissimo Roccaverano e la Cocconà di Balzi, ma piano, piano si è riempito di molte delle altre prelibatezze dei casari su La via dei formaggi Astigiani, in particolare quelle da latte di capra e di pecora, tendenza del momento e preferenza dei molti. Ad ogni richiesta di quella robiola, eccolo a raccontare le dimensioni della parrocchiale di Cessole o il solido fascino del castello di Moasca. Meglio di un post, di un pieghevole o di un’uscita stampa per conquistare e indirizzare verso l’Astigiano un po’ dei frequentatori dei mercati di paese, spesso e volentieri composti anche da turisti a caccia di umanità e di sapori veri.